Contro le mafie, a Confcoop Reggio si ricorda Lea Garofalo

garofalo_libro

A meno di un anno di distanza dall’incontro con Piera Aiello, vedova di mafia, testimone di giustizia che si affidò a Paolo Borsellino (“lo zio Paolo”, come lo chiamavano lei e la figlioletta di tre anni) per continuare la sua lotta, condotta anche come parlamentare, 100 studenti reggiani saranno nuovamente in ascolto, sempre nella sede reggiana di Confcooperative Terre d’Emilia, in Largo Gerra, di storie di donne che si sono ribellate al giogo della criminalità organizzata.

E’ infatti dedicato a Lea Garofalo e al suo “no” alla ‘ndrangheta l’incontro che si terrà venerdì 14 aprile alle 10,00 nella sala convegni della centrale cooperativa per iniziativa del Festival “Noi contro le mafie”.

“L’approfondimento di una storia, di contesti di crimine, ma soprattutto – sottolinea Valerio Maramotti, membro del Consiglio di presidenza di Confcooperative Terre d’Emilia e presidente di due delle coop sociali reggiane che sostengono il Festival, L’Ovile e il Consorzio Oscar Romero – l’omaggio ad una donna che pagò con la vita quel non piegarsi alla ‘ndrangheta che nel 2002 la vide messa sotto protezione, nel momento in cui decise di testimoniare sulle faide tra la sua famiglia e quella dell’ex compagno, Carlo Cosco”.

Dal programma di protezione venne poi estromessa nel 2006 (le sue testimonianze furono allora ritenute poco rilevanti), ma poi riammessa nel dicembre 2007 dopo l’intervento del Consiglio di Stato.

Sfuggita ad un tentativo di rapimento il 5 maggio 2009 grazie all’intervento della figlia Denise, Lea Garofalo – che nel frattempo aveva rinunciato al programma di protezione, nel quale era inserita come “collaboratrice” e non come “testimone” di giustizia, come aveva segnalato anche al Presidente della Repubblica, denunciando i limiti della tutela che le era riservata – il 24 novembre dello stesso anno venne tratta in inganno dall’ex compagno e uccisa a Milano. Il suo corpo, trasportato poi a San Fruttuoso (Monza) fu bruciato sino a divenire pressochè irriconoscibile.

Solo dopo la sentenza di primo grado (30 marzo 2012, sei ergastoli) furono ritrovati i resti, e i funerali civili di Lea Garofalo si svolsero quasi un anno dopo, il 14 ottobre 2013 in Piazza Beccaria a Milano, presenti l’allora sindaco Pisapia e il presidente di Libera, don Ciotti. Per quell’omicidio, 4 persone (tra le quali l’ex compagno) vennero condannate all’ergastolo e una a 25 anni di carcere, con sentenza definitiva della Corte di Cassazione del 18 dicembre 2014.

A Lea Garofalo sono intitolate diverse opere pubbliche (a Milano, San Fruttuoso, Monza, Lamezia Terme, Catanzaro, Savignano sul Panaro e altri ancora), tra le quali il parco di Goglio, a Rho, per iniziativa degli studenti della scuola Media San Carlo che avevano partecipato ad un processo sulla legalità.

A parlare di Lea Garofalo agli studenti reggiani (due classi dell’Istituto Filippo Re e due classi del Liceo Chierici, sarà lo scrittore, giornalista e sceneggiatore Paolo De Chiara (autore del libro: “Una fimmina calabrese: così Lea Garofalo sfidò la ‘ndrangheta”) in dialogo con Rosa Frammartino dello staff di “Noi contro le mafie”.