C’è anche l’edizione quotidiana di un “giornale radio” nazionale tra le iniziative che Confcooperative ha attivato per assicurare alle imprese associate non solo informazioni su norme e decreti legati al Coronavirus, ma anche per raccogliere storie, testimonianze e appelli da parte delle imprese.
Il giornale radio di Confcooperative è caricato sul canale youtube e, a Reggio Emilia, è rilanciato sul profilo Facebook di Confcooperative provinciale.
“Si tratta – spiega il presidente della centrale cooperative di Largo Gerra, Matteo Caramaschi – di uno strumento in più per ampliare i canali di informazione e per far sentire le istanze delle nostre imprese, anche se il lavoro più impegnativo che stiamo mettendo in atto consiste nell’affrontare giorno per giorno situazioni di difficoltà e accompagnare passo passo le imprese non solo alla conoscenza e all’interpretazione degli interventi di possibile sostegno, ma al concreto accesso alle misure che tempo per tempo vengono emanate”.
“Tutti i nostri dipendenti, e a maggior ragione quelli impegnati nei servizi associativi, nella consulenza d’impresa, nell’area fiscale-tributaria, finanziaria e nei servizi legati al lavoro – spiega Caramaschi – sono impegnati in modo straordinario a fianco delle imprese e lavorano in condizioni di sicurezza grazie a tutti gli strumenti di smart working che abbiamo attivato”. “Questo – aggiunge Caramaschi – ha comportato anche investimenti rilevanti e straordinari che riguardano, ad esempio, l’acquisizione di decine di dispositivi, programmi e l’uso di piattaforme atte a garantire i massimi livelli di efficienza delle attività condotte da casa e le migliori condizioni di lavoro per le persone – e sono la quasi totalità – cui abbiamo scelto di agevolare il lavoro a distanza a tutela della loro salute”.
“Oggi – sottolinea il presidente di Confcooperative – stiamo lavorando soprattutto sulle emergenze che riguardano le strutture impegnate in servizi educativi, nella ristorazione, nel turismo, nello sport, nella logistica e trasporti, nei servizi sociali e socio-sanitari non a domicilio”. “Questi – spiega Caramaschi – sono comparti in cui si registrano situazioni particolarmente gravi e pesanti; chiediamo dunque che siano rafforzate le misure di sostegno per tutte le imprese che pagano direttamente le conseguenze delle misure sanitarie adottate, ma chiediamo anche, soprattutto oggi, un’attenzione straordinaria e provvedimenti ad hoc per le strutture residenziali che ospitano anziani e persone disabili”. “Le nostre cooperative socio-assistenziali, così come le case di riposo del circuito della Federazione diocesana servizi agli anziani che fa riferimento a Confcooperative – conclude Caramaschi – debbono essere a maggior ragione aiutate – al pari delle strutture pubbliche – a sostenere carichi e condizioni di lavoro che consentano di mantenere e rafforzare attività essenziali per persone e categorie particolarmente fragili”.
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