L’ultimo Dpcm del premier Conte, contenente nuove misure per fronteggiare l’emergenza epidemiologica Covid-19, ha disposto tra le altre cose anche la sospensione degli “spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e in altri spazi anche all’aperto”, attirandosi forti critiche, in particolare dagli addetti del settore.
Tra i soggetti penalizzati da queste nuove misure c’è sicuramente anche Ater Fondazione, realtà partecipata della Regione Emilia-Romagna e di numerosi Comuni, con i quali gestisce un circuito teatrale diffuso su tutto il territorio, che per adeguarsi alle disposizioni governative ha dovuto chiudere ben 11 teatri – fermando le attività proprio alla vigilia della ripartenza della stagione – e che conta oggi 73 dipendenti in attesa dell’evolversi di una situazione già molto difficile.
“Il momento è doloroso e difficile”, ammette il direttore Roberto De Lellis: “Avevamo investito molto nella ripresa, sapendo di poter contare sulla grande collaborazione degli spettatori e sul rispetto dei rigidi protocolli che erano stati imposti. Purtroppo sembra che tutto questo non basti”.
A quasi una settimana dalla sospensione delle attività, dunque, anche Ater si è ritrovata a dover riprogrammare nuovamente le attività di quasi tutte le sue strutture: un lavoro che sta impegnando notevoli risorse economiche e umane, con l’incognita peraltro di una possibile proroga dello stop anche oltre la data del 24 novembre, non così improbabile vista la gravità dell’attuale situazione epidemiologica nel Paese.
“Credo che per il nostro settore, già di per sé fragile, non bastino misure temporanee come ristoro a mesi di chiusura e passività. Quelle attuate sino a ora sono, purtroppo, al di sotto della sufficienza”, ha proseguito De Lellis: “I tempi sono maturi per lavorare a una riforma più ampia, per tenere insieme e rilanciare la cultura. Sono problematiche di drammatica urgenza ed è il momento di affrontarle radicalmente”.
Lanciando un invito alla coesione alle realtà regionali e nazionali del settore, De Lellis si è appellato infine anche al pubblico dei suoi teatri: “Certo che gli spettatori vorranno continuare a seguirci, affronteremo insieme la complessità del momento. Ater Fondazione, dal canto suo, si impegna a garantire la massima disponibilità e, soprattutto, la sicurezza dei luoghi di spettacolo”.
Ater si è trasformata in Fondazione lo scorso gennaio e gestisce ad oggi le stagioni teatrali di 11 teatri, con un programma annuale di oltre 600 spettacoli, svolgendo la funzione di circuito regionale multidisciplinare: teatro Asioli di Correggio, cinema teatro Boiardo di Scandiano, teatro Mac Mazzieri di Pavullo, auditorium Rita Levi Montalcini di Mirandola, teatro della Regina di Cattolica, teatro comunale di Russi, teatro Laura Betti di Casalecchio di Reno, teatro Troisi di Nonantola, teatro Magnani di Fidenza, auditorium Ferrari di Maranello, auditorium della fiera di Morciano. Ha inoltre siglato convenzioni con cinque teatri dell’Emilia-Romagna: il teatro Verdi di Busseto, il teatro comunale di Novellara, il teatro degli Atti di Rimini, il teatro comunale di Carpi e il teatro Ruggeri di Guastalla.
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Stato di abbandono? Io direi più atti di vandalismo...
Sono sempre più vergognosi senza un briciolo di pudore ,superpagati per scaldare le poltrone e non per risolvere i problemi reali della gente !
La sinistra vuole solo governare non pensa le cose importanti per gli italiani anche se non è in grado di farl: pur di avere voti […]