Chiude il magazzino Nippon Express di Bomporto: proclamato un pacchetto di 24 ore di sciopero

Nippon Express IT

Nei giorni scorsi i 22 lavoratori (7 dipendenti diretti e 15 in appalto con la ditta Dorado) del magazzino di Bomporto della Nippon Express, multinazionale giapponese di servizi logistici per i grandi marchi della moda, hanno appreso della probabile chiusura dello stabilimento modenese e dello stop alle attività sul territorio.

I lavoratori, che insieme alla Filt-Cgil di Modena avevano già aperto lo stato di agitazione di fronte alle mancate risposte da parte dell’azienda, dopo la comunicazione formale dello scorso 26 ottobre si sono riuniti in assemblea decidendo di procedere con un primo pacchetto di 24 ore di sciopero, le cui modalità saranno stabilite nei prossimi giorni.

“Non è tollerabile – ha commentato il segretario della Filt-Cgil di Modena Adriano Montorsi – questo continuo e indiscriminato shopping di aziende nostrane da parte delle multinazionali, che non tiene in minima considerazione il lavoro e la vita delle persone (alcune di queste operano nel settore da decenni), l’importanza sociale di un bacino territoriale fatto di specificità e professionalità che hanno fatto grande un distretto e l’economia di un territorio”.

All’inizio del 2020 Nippon Express aveva proceduto a una fusione per incorporazione delle società italiane Traconf e Franco Vago (che portavano in dote un pacchetto di clienti di alto profilo), chiudendo i due magazzini di Campogalliano e Soliera e delocalizzando una parte della produzione in provincia di Verona, e aprendo nel frattempo un nuovo magazzino a Bomporto, in provincia di Modena, trasferendo lì una parte dei lavoratori (principalmente cittadini del carpigiano) e garantendo il massimo impegno a mantenere un presidio logistico – ma anche commerciale – sul territorio, data l’importanza del distretto tessile modenese e la strategicità della prossimità (anche fisica) ai quartieri generali di alcuni dei principali soggetti del settore.

“A distanza di neanche un anno – ha sottolineato Montorsi – la doccia fredda, in totale spregio dell’occupazione di queste persone, dell’importanza del lavoro svolto e delle millantate ipotesi strategiche e di vicinanza e contatto con il territorio da parte dell’azienda”.

I lavoratori di Nippon Express e Dorado, insieme alla Filt-Cgil di Modena, contestano dunque “un modello di svilimento e depauperamento insostenibile e rivendicano il loro diritto al lavoro e alla dignità e importanza del ruolo che le professionalità logistiche svolgono all’interno della filiera del tessile e della moda”.

La Filt-Cgil di Modena, inoltre, ha lanciato un appello al mondo politico, alle amministrazioni locali del territorio e al mondo imprenditoriale “affinché si facciano parte attiva in questa vicenda, perché il territorio modenese non perda un altro pezzo vitale della filiera economica del tessile carpigiano e più nello specifico di uno dei distretti che ha portato la nostra provincia e le sue eccellenze a essere conosciute in tutto il mondo”.