Caso affidi. Modena, l’assessora Pinelli: nessun rapporto con il centro studi Hansel e Gretel

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“Non ci sono stati in alcun modo rapporti diretti di committenza tra i Servizi sociali del Comune di Modena e il centro studi Hansel e Gretel di Moncalieri, né ci sono stati minori in carico ai Servizi sociali di Modena seguiti dallo centro studi tant’è che da un puntuale controllo eseguito sugli ultimi dieci anni non risultano sostenuti costi di alcun tipo allo stesso Centro”.

Lo ha ribadito l’assessora alle Politiche sociali Roberta Pinelli rispondendo nel Consiglio comunale di giovedì 10 febbraio a un’interrogazione illustrata da Elisa Rossini di Fratelli d’Italia-Popolo della Famiglia, presentata insieme a Forza Italia. L’istanza faceva riferimento ad affermazioni rilasciate dal sostituto procuratore di Reggio Emilia Valentina Salvi davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta circa presunti rapporti tra i Servizi sociali di Modena e il Centro studi Hansel e Gretel, già smentiti dall’assessora in Consiglio in altra occasione. La stessa giudice aveva precisato in Commissione che la documentazione dell’indagine era già stata trasmessa alla Procura di Modena che ha archiviato il caso. L’interrogazione, sottolineando l’importanza di “dirimere ogni dubbio” ha nuovamente chiesto “quali siano stati questi rapporti e quanti minori in carico ai servizi sociali abbiano avuto a che fare con il centro studi di Moncalieri e quali siano i professionisti a cui oggi viene affidata l’analisi psicologica e la psicoterapia dei minori in carico ai Servizi”.

L’assessora Pinelli ha spiegato che “dalle verifiche effettuate dagli uffici non risulta che ci siano stati minori, in carico ai Servizi sociali di Modena, seguiti dal Centro studi Hansel e Gretel, tant’è che non risultano sostenuti costi di alcun tipo al medesimo Centro negli ultimi dieci anni”. Ha quindi precisato che “risulta difficile dire in assoluto se ci siano stati dei rapporti con professionisti collegati al Centro studi, in quanto i minori inseriti in contesti comunitari vengono assistiti da equipe specialistiche, i cui professionisti sono reperiti dalla Comunità e non è dato sapere se abbiano avuto, a loro volta, contatti con il Centro studi”. Ma ha anche sottolineato: “Resta comunque inteso che con i professionisti della Comunità nella co-conduzione del caso, si rapporta periodicamente l’équipe formata da assistente sociale del Comune e psicologa dell’Ausl, titolare del caso, operando anche il monitoraggio rispetto a orientamenti e percorsi attivati dalla Comunità”.

L’assessora Pinelli ha spiegato infine che “l’attività di analisi psicologica e l’eventuale intervento psicoterapeutico dei minori in carico ai Servizi sociali di Modena sono effettuati dal personale dell’Ausl e avviene presso i servizi della stessa Azienda Sanitaria”, mentre solo in rari casi e per particolari motivi, alcuni minori, vittime di situazioni particolarmente complesse, sono stati supportati per brevi periodi da professionisti privati, scelti dalla Comunità o dalla famiglia affidataria, ma sempre in accordo con la Ausl, per consolidare l’affido o agevolare il passaggio dalla Comunità alla famiglia affidataria.

Aprendo il dibattito dopo la trasformazione in interpellanza, per Lega Modena Barbara Moretti ha osservato che la commissione regionale d’inchiesta sulla vicenda di Bibbiano ha “avanzato diverse proposte finalizzate a migliorare la trasparenza, il sistema dei controlli e di tutela di tutte le parti in causa sulle procedure per l’affidamento dei minori”, ma le indicazioni “per ora sono rimaste inattuate. È dovere delle istituzioni, anche di questo Consiglio comunale, interessarsi al tema”. Giovanni Bertoldi ha sottolineato che diverse realtà italiane “seguivano la scuola di pensiero connessa all’attività del centro studi Hansel e Gretel” e un collegamento indiretto “è stato subìto anche dal territorio modenese”. A Modena, comunque, questi temi “vengono affrontati da equipe multidisciplinari e questa procedura rappresenta un vantaggio” anche se non mette al sicuro “da errori e scivoloni ideologici”.

Enrica Manenti (Movimento 5 stelle) ha espresso “inquietudine” per la vicenda di Bibbiano. Anche se gli accertamenti della commissione parlamentare non sono conclusi, ha proseguito, “dagli atti e dalle audizioni stanno emergendo casi preoccupanti tanto da sollecitare interventi delle autorità”. Ha auspicato quindi “massima attenzione verso le modalità operative di un settore delicatissimo”.

Piergiulio Giacobazzi (Forza Italia) ha affermato: “Il Comune rimarca l’assenza di rapporti col centro Hansel e Gretel, ma i dubbi restano. L’Amministrazione seguiva infatti, sul tema dell’affidamento dei minori, le direttive della Regione che collaborava col centro; inoltre, il collegamento tra Modena e Hansel e Gretel è stato citato anche dal pm di Reggio Emilia davanti alla commissione parlamentare”.

Per il Partito democratico Vittorio Reggiani ha ricordato “il lavoro di qualità che viene sviluppato a Modena sul tema dell’affidamento dei minori”, un’azione che rientra “in un sistema più ampio, quello regionale, valido ma su cui comunque è necessario vigilare” e ha suggerito di adottare “un linguaggio adeguato quando si parla di affidi, per non rischiare degenerazioni che ricadono poi sui percorsi che riguardano i bambini”.

In replica, la consigliera Rossini ha ribadito che dagli atti della commissione parlamentare “emerge comunque un riferimento a Modena, seppur brevissimo e senza che sia indicato il soggetto coinvolto col centro Hansel e Gretel”, e quindi, al di là dei risvolti processuali, è necessaria “maggiore vigilanza con l’obiettivo di chiarire e rimuovere dal sistema qualsiasi contatto con la struttura di Torino”. La consigliera si è detta “non soddisfatta” della risposta e ha criticato “l’indifferenza della giunta e della maggioranza verso un tema che richiede massime attenzione e passione”.

In chiusura di dibattito, l’assessora ha ricordato che l’azione dell’Amministrazione sul fronte dell’affido “è caratterizzata da massimi trasparenza e controlli, affinché non restino ombre”. In questo percorso si inserisce anche il Protocollo d’intesa con le associazioni delle famiglie affidatarie, con cui si prevedono, per esempio, corsi obbligatori di formazione, “lavorando insieme, quindi, per la diffusione della cultura dell’affido e del sostegno alle famiglie”. Infine, ha proposto di dedicare al tema una seduta annuale della commissione consiliare Servizi per informare l’Assemblea sulle attività sviluppate.