Caso affidi, Marchi: l’assoluzione di Foti sia una lezione

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Il fatto non sussiste. Scrive l’assessore al Welfare del Comune di Reggio Emilia Daniele Marchi in merito alla sentenza in secondo grado di Bologna che assolve lo psicoterapeuta implicato nella vicenda degli affidi in Val d’Enza, ribaltanto la sentenza di Reggio Emilia che invece in primo grado lo aveva condannato a 4 anni: “Claudio Foti, il “demone” di Bibbiano, è stato assolto in appello da tutte le accuse. La Procura reggiana si riserva di leggere le motivazioni e valutare il ricorso in Cassazione e, nel frattempo, prosegue il processo, a Reggio, per gli altri imputati. Non commento la sentenza in se. Ne prendo atto.
Ma credo importante ridirsi un paio cose.

Una più generale. Penso debba esserci una sorta di lezione, che vale non solo per Angeli e Demoni, e che ha a che fare col rispetto della persone e della sofferenza: prima di gridare, fermarsi e rendersi conto che ci sono persone che soffrono. In questo caso figli e genitori, gli indagati e le comunità. Un rispetto che si deve a tutti. Sono state umiliate persone ancor prima di conoscerne l’innocenza o la colpevolezza. Nessuno potrà riparare a questo danno. Politica ed istituzioni tutte dovrebbero avere come fondamento il rispetto di ogni persona, anche quando colpevole, a maggior ragione se innocente. È una sorta di base etica minima per uno stato di diritto.

Seconda cosa non meno importante.

La strumentalizzazione politica dell’inchiesta Angeli e Demoni ha devastato un intero sistema di protezione dei bambini (e dei genitori). Operatori ed operatrici minacciati, messi sotto accusa “a prescindere” per il solo fatto di essere assistenti sociali e che, nonostante questo, hanno continuato a lavorare ogni giorno per aiutare famiglie e bambini. La qualità e la serietà del loro lavoro messe sotto accusa per mero calcolo politico. Quello reggiano e quello emiliano sono sistemi di qualità, migliorabili come ogni cosa, ma non da demolire come si è tentato di fare. Forse qualcuno voleva proprio questo. Forse era un “male necessario” per “fare giustizia”. Non lo so.
So che la speculazione politica e mediatica per un pugno di voti ha fatto del male a persone e comunità e sopratutto ha distrutto il capitale più importante: la fiducia. Ciò che consente alle istituzioni, ai servizi, ai professionisti di fare uno dei mestieri più delicati e complicati (e importanti) che ci siano. Della distruzione di questo capitale oggi ne fanno le spese le famiglie e i bambini più vulnerabili.
Ed è da qui che, un passo alla volta, per il bene dei bambini, dei genitori e delle nostre comunità dobbiamo ripartire: ricostruendo fiducia e credibilità tra professionisti, tra istituzioni e tra cittadini e istituzioni.

Su questo la politica, credo, debba impegnarsi col massimo della determinazione”.