Casalgrande. Perseguita i vicini, il giudice gli revoca l’affidamento in prova: torna in carcere

carabinieri di fronte a una casa – CC

L’ufficio di sorveglianza del tribunale di Reggio ha revocato la misura dell’affidamento in prova ai servizi sociali a un uomo di 46 anni di Sassuolo, sottoposto anche all’obbligo di dimora notturno e al divieto di allontanamento dal territorio comunale di Casalgrande. L’uomo è stato quindi nuovamente riportato in carcere, dove dovrà finire di scontare il resto della pena cumulativa – fino a metà giugno del 2026 – per due condanne per tentata rapina e simulazione di reato e per rifiuto di accertamento dello stato di ebbrezza.

A far scattare la revoca dell’affidamento in prova ai servizi sociali è stato quanto accaduto lo scorso 24 aprile, quando intorno alle 11 i carabinieri di Casalgrande sono intervenuti presso l’abitazione dell’uomo, dove era stata segnalata una lite di vicinato. Giunti sul posto, i militari hanno trovato il quarantaseienne in evidente stato di agitazione e con una ferita sul sopracciglio sinistro, che a suo dire gli sarebbe stata provocata da una testata sferrata dal suo vicino di casa durante un diverbio.

Una versione dei fatti che è stata però smentita dalla controparte e da altri testimoni, che hanno anzi sottolineato come il 46enne da qualche tempo si fosse reso protagonista di comportamenti vessatori nei confronti del vicino di casa, presentandosi presso la sua abitazione per i più svariati motivi, nonostante quest’ultimo gli avesse chiesto di smetterla.

Durante l’ultimo litigio, il quarantaseienne avrebbe iniziato a spogliarsi e a minacciare il vicino: “Ti metto sotto terra, non sai con chi hai a che fare”, offendendolo e sferrando poi improvvisamente una testata a una grata di ferro, procurandosi così la ferita al sopracciglio. La vittima e altri presenti, spaventati da quel gesto, hanno tentato di calmare l’uomo, ma quest’ultimo è tornato a casa per poi uscire poco dopo nascondendo la mano destra dietro la schiena e sostenendo di avere una pistola.

Ai carabinieri, invece, l’uomo ha detto di essere rientrato a casa per prendere un coltello, per difendersi. La perquisizione domiciliare, in effetti, ha dato esito negativo in relazione al possesso di armi. Nonostante questo, però, le successive indagini hanno confermato di fatto la versione degli altri condomini, motivo per cui il 46enne è stato denunciato alla Procura di Reggio per il reato di atti persecutori; la denuncia, poi, ha portato alla revoca dell’affidamento in prova ai servizi sociali, con la conseguente riapertura per l’uomo delle porte del carcere.



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