Duecentoventottesima lettera alla comunità al tempo della conversione
Corri presto, Maria, a radunare i miei discepoli.
Ho in te una tromba dalla voce potente:
suona un canto di pace
alle orecchie timorose dei miei amici nascosti,
svegliali tutti come dal sonno
perché mi vengano incontro
con le fiaccole accese.
Va’ a dire loro:
«Lo sposo si è destato, uscendo dalla tomba,
e trascinando ogni cosa dalla morte alla vita.
Scacciate, apostoli, la tristezza mortale,
poiché si è ridestato
Colui che offre agli uomini caduti
la risurrezione».
Così canta Romano il Melode, poeta bizantino del VI secolo (Inno XL), rivolgendosi a Maria Maddalena, colei che per prima ha incontrato Gesù risorto.
Così racconta il testo evangelico: “Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: ‘Donna, perché piangi?’. Rispose loro: ‘Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto’. Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: ‘Donna, perché piangi? Chi cerchi?’. Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: ‘Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo’. Gesù le disse: ‘Maria!’. Ella si voltò e gli disse in ebraico: ‘Rabbunì!’ – che significa: ‘Maestro!’. Gesù le disse: ‘Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: ‘Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro’. Maria Maddalena andò ad annunciare ai discepoli: ‘Ho visto il Signore!'”.
Il mio augurio, in queste feste pasquali, è che anche voi udiate pronunziare da Gesù il vostro nome, con quella dolcezza, che vi consoli delle brutture del mondo e vi convinca che ha senso parlare di speranza.
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