Venerdì il primo show del bluesman alla Rcf Arena di Reggio Emilia

Zucchero Rcf Arena Reggio Emilia 2023

Ci sono voluti ben undici anni per rivedere Zucchero suonare e cantare di nuovo dal vivo nella sua città, ma venerdì 9 giugno il cerchio si è chiuso quando sul palco della Rcf Arena di Reggio, poco dopo le 21, si è materializzata la sagoma del bluesman di Roncocesi intonando “Spirito nel buio”, per dare il via a uno spettacolo denso con oltre tre ore di musica per la prima delle due date reggiane del “World Wild Tour” 2023.

Davanti a lui, disposti a forma di diamante, in omaggio a uno dei suoi brani più celebri, c’erano ad attenderlo 25.000 persone, in uno spazio – quello di via dell’Aeronautica – che è stato trasformato per due serate nell’arena con posti a sedere più grande d’Europa, con ben trentacinquemila sedute (che saranno quasi tutte occupate in occasione della seconda data, quella di sabato 10 giugno). È stato lo stesso Zucchero a volerlo, rivendicando poi la scelta anche dal palco: “I posti a sedere sono la cosa più bella del mondo”, ha detto, “poi se uno vuole si può anche alzare in piedi”.

E il pubblico della Rcf Arena non se l’è fatto ripetere due volte, sfidando anche la pioggia che a più riprese ha minacciato di rovinare il ritorno a casa di Sugar: prima con un forte temporale a ridosso dell’inizio del concerto, che ha costretto gli spettatori già presenti nell’area del boulevard a trovare rifugio dove possibile o a ripararsi con impermeabili e ombrelli, rallentando anche le operazioni di ingresso, e poi con qualche sporadico scroscio durante l’esibizione.


Ma the show must go on, e così è stato. Sfilano via una dopo l’altra “Soul Mama”, “Il mare”, “Sarebbe questo il mondo”, poi l’arena si accende di botto quando dalle casse escono le prime note di “Partigiano Reggiano”, seguita subito dopo da “13 buone ragioni”, scandita dai battiti all’unisono di cinquantamila mani. La gente si alza ancora in piedi con “Vedo nero”, poi è “Baila” a infiammare e far ballare tutto il pubblico.

A metà serata è lo stesso Zucchero che si siede: chitarra a tracolla e sigaretta in bocca, ricorda la Roncocesi lasciata quando aveva 12 anni, si gode la location speciale (“quanto tempo è che sognavo di avere questo spazio, questa arena”, lui che ha calcato i palchi di mezzo mondo), fa appello a “non perdere le nostre radici” e difende le sue due anime musicali, le ballate “sublimi” (come le ha definite qualche critico) ma anche le canzoni più ammiccanti e magari meno raffinate, come “Vedo nero”. Poi, chitarra e voce, incanta con “Dune mosse”, “Un soffio caldo” e “Una carezza”.

Sul palco Zucchero è accompagnato da una super band internazionale composta da Polo Jones, Kat Dyson, Peter Vettese, Mario Schilirò, Adriano Molinari, Nicola Peruch, Monica Mz Carter, James Thompson, Lazaro Amauri Oviedo Dilout e Carlos Minoso, ma tra tutti spicca senza dubbio la straordinaria e applauditissima voce di Oma Jali.

In mezzo alla scaletta c’è spazio anche per una riunione di famiglia: Irene Fornaciari, figlia di Zucchero, duetta con il padre in “Cose che già sai”. Non sarà l’unica ospite della serata: poco dopo, infatti, ci sarà una versione di “Iruben me” con Corrado Rustici alla chitarra, mentre più avanti la celebre “Diavolo in me” vedrà assieme la strana coppia Zucchero-Salmo. Senza dimenticare il coro gospel Sherrita Duran Gospel Choir, pronto ad animare con voce e presenza scenica il trittico “Overdose d’amore”, “Let it shine” e “Diamante”.

E poi gli omaggi: come quello a Pavarotti con “Miserere” (“per Luciano, per Luciano”, ripete Zucchero tra gli applausi, mentre sul grande e scenografico schermo circolare centrale passano le immagini del tenore modenese scomparso nel 2007) o la stessa “Let it shine”, dedicata dal cantautore emiliano alla Romagna, mentre sugli schermi a lato del palco scorrono le terribili testimonianze dell’alluvione che ha colpito la zona nelle scorse settimane.

Mentre lo spettacolo si avvia verso la conclusione, un altro cambio di ritmo porta scompiglio: è sufficiente l’intro di “Per colpa di chi” per far esplodere di nuovo la voglia di ballare fino a non avere più le forze. È ormai mezzanotte passata, ma la Rcf Arena non sembra averne ancora abbastanza: tutti in piedi per “Chocabeck”, poi i fan delle file più indietro si riversano in massa sotto il palco per cantare “Con le mani” e “Libidine” proprio a due passi dal loro “Diavolo in RE”.



Ci sono 8 commenti

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  1. Juse

    Ma per piacere…Ma che c’entra Vasco, che fa un’altro tipo di musica ? Sugar ha riempito questa arena in base alla capienza che lui ha definito, in un’ambiente dove tutti vedevano bene e con un’acustica perfetta. Zucchero è una star internazionale e fa da sempre un’altro campionato rispetto alla media degli artisti italiani, non fa 10 date all’anno solo in Italia, su dai …

    • Massimo

      ero presente ieri alla RCF arena e i 35000 posti a sedere erano quasi tutti occupati… L’arena è stata trasformata in un immenso teatro all’aperto con ampi spazi… Tutto Stupendo

  2. Pietro

    Bidone a reggio arena rcf vuota sotto la pioggia che schiva!!! Vasco a bologna 200000 in 4 giorni c’era bisogno di un arena spettacoli manco fossimo a hollywood

    • Juse

      Ma per piacere, ha riempito l’Arena per 2 sere in base ai posti pianificati, in un’ambiente dove tutti vedono bene in acustica perfetta. Che c’entra Vasco…altro tipa di musica e di pubblico..Zucchero non fa 10 date all’anno, ma gioca da sempre un’altro campionato rispetto alla media degli artisti italiani, se proprio vogliamo fare un paragone. Su dai…
      https://it.m.wikipedia.org/wiki/World_Wild_Tour


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