Bologna, opposizioni unite: entro estate referendum contro la zona 30

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Opposizioni a Bologna unite contro la zona 30, il provvedimento della giunta Lepore per ridurre la velocità in città che da domani, martedì 16 gennaio – con controlli ed eventuali sanzioni – diventerà operativo. Fratelli d’Italia – affiancata da Forza Italia, Lega, dalla lista Bologna Ci Piace e dal Gruppo Misto – ha infatti lanciato oggi la nascita del comitato “No città 30” che punta a promuovere un referendum per chiedere direttamente ai bolognesi se mettere il limite dei 30 km all’ora su gran parte del centro abitato. Da domani il comitato, che è aperto a tutti i cittadini, tutte le associazioni e a tutte le forze politiche, inizierà a lavorare per raccogliere le 200 firme necessarie per il quesito – non ancora delineato – che poi, se approvato dal collegio dei garanti del Comune di Bologna darà il via libera, dovrà essere sostenuto da 9.000 per poter permettere il referendium consultivo. Obiettivi certamente non difficili da raggiungere visto che la petizione lanciata sulla piattaforma change.org da una studentessa fuorisede, Guendalina Furini, in pochi giorni ha superato le 30.000 adesioni.

La speranza, tenuto conto di queste scadenze, è di portare i bolognesi al voto entro la fine della primavera. Il ‘lancio’ del comitato, che sarà “civico”, è avvenuto stamane in Comune durante una conferenza stampa convocata da Fdi e tenuta insieme agli altri partiti del centrodestra. Da domani partirà anche la pagina Facebook “No Bologna Città 30” insieme ad una mail per raccogliere le adesioni. Per il senatore Fdi Marco Lisei “è una battaglia della città, invitiamo tutti quelli che si sono mossi in questi mesi per chiedere una consultazione sull’argomento di entrare a far parte del comitato. C’è una forte mobilitazione”. “Vogliamo fare quello che il sindaco non ha voluto fare fino ad oggi”, afferma il capogruppo Fdi in Comune Stefano Cavedagna, mentre il leghista Matteo Di Benedetto lancia la sfida all’amministrazione: “Se Lepore è così convinto la maggioranza dei bolognesi siano d’accordo con lui non dovrebbe aver problemi a tenere un referendum. Ma in realtà ha paura”.

“Siamo tutti insieme e sappiamo di rappresentare una grande fetta della città”, aggiunge il forzista Nicola Stanzani, che fa un passo in più: “Spero che a questo comitato aderisca anche il Pd, che dovrebbe essere il primo soggetto interessato a consultate i cittadini su questo provvedimento”. Per la civica Samuela Quercioli “oggi si passa dalle parole ai fatti. La cittadinanza è contraria a questa misura”.

“Nessuna obiezione sulle zone 30 per garantire la sicurezza, ma questo progetto va in tutt’altra direzione”, afferma da parte sua l’ex Lega Francesca Scarano. All’obiezione che il referendum non sia risolutivo, visto che spesso le amministrazioni non si sono uniformate al responso delle urne (ultimo caso in ordine di tempo quello delle scuole paritarie), risponde indirettamente Francesco Sassone, altro esponente Fdi. A Lepore, dice, “andrebbe chiesto di prendere un impegno preciso fin da ora, di dare corso alla volontà dei cittadini”.

(Fonte: Agenzia Dire)

 



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