Bma, una vetrina per i giovani cantautori

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Prima che si esaurisca il sacro fuoco di Sanremo, utilissimo strumento d’incoraggiamento anche per i tantissimi giovani che ogni anno affollano la città in cerca di uno spazio in cui esibirsi e promuoversi – tra vetrine allestite ad hoc e la stessa strada; nelle decine e decine di radio collocate in ogni angolo di quella che si trasforma per una settimana nella capitale della musica italiana – dobbiamo parlare dei concorsi, di quelli prestigiosi ma alla portata di mano, che possono davvero in questo caso fare da cartina tornasole, in un mercato asfissiato dalle major e saturo di difficoltà.

Una tra tutti è il BMA · Bologna Musica d’Autore, arrivato alla sua settima edizione: lo showcase festival organizzato da Fonoprint, per la ricerca e valorizzazione dei nuovi talenti della canzone d’autore italiana.
Fonoprint non ha certo bisogno di presentazioni: negli studi del capoluogo emiliano, già Museo del Suono e della Canzone della città di Bologna ed ente di formazione per giovani cantautori ed ingegneri del suono, sono stati registrati i più importanti dischi della cultura pop e rock italiana; e Fonoprint, rimane di fatto un punto di riferimento nel campo della registrazione sonora, del mastering e dell’authoring di supporti multimediali.

Il messaggio d’esortazione per le talentuose nuove leve, quindi, vuol essere quello di tentare – che al contrario dei luoghi comuni – giova sempre: il nome gira, chi ascolta è un esperto, un addetto al settore che conosce il mercato discografico e se il prodotto è valido non lesina sull’alzare le antenne. Se nell’insieme le cose ingranano, le prime selezioni funzionano e ci si riesce addirittura a spingere un po’ oltre, fino magari ad arrivare ad essere valutati “live”, il concorso diventa confronto: si conoscono altre realtà, si cresce, si creano amicizie e sodalizi fra colleghi che arricchiscono, finanche a diventare a volte impagabili featuring.

Per candidare la propria musica al Bologna Musica d’Autore c’è ancora tempo – fino al 10 marzo – e si fa tutto online. Musica che dev’essere rigorosamente originale e senza alcuna limitazione di generi, con l’unica clausola in seno alla natura stessa del contest e del suo nome, ossia, che le composizioni rispettino i criteri della canzone d’autore nelle sue diverse interpretazioni.

Senza prendere alla lettera il significato di “musica d’Autore” – dove andare in una direzione diametralmente opposta al mercato di massa, per farla breve, non è sempre così intelligente – basta tenere presente che la poetica dell’originale, sposa un linguaggio meno convenzionale e anche le musiche, i timbri e gli arrangiamenti sono meno stereotipati.
Sarà probabilmente tutt’altro che facile, ma è il motivo anche per cui il progetto ha così tanto successo e i suoi premi rimangono tra i più ambiti.
Il miglior artista in assoluto verrà premiato con un’esperienza unica nel suo genere: dieci giorni di registrazione negli stessi studi Fonoprint che hanno fatto la storia della canzone d’autore italiana.

Il miglior artista live, invece, avrà l’opportunità di realizzare, sempre in studio, una “Fonoprint Live Session” anche video; aggiungendo la propria musica a un ’format’ che ha già visto come protagonisti progetti come Lo Stato Sociale, La Rappresentante di Lista, Ex-Otago, Extraliscio e Godblesscomputers.

La qualità delle proposte verrà valutata da una giuria di addetti ai lavori, discografici, giornalisti, promoter, artisti, che, dopo una prima selezione fatta dallo staff Fonoprint, sceglierà le 5 realtà che saranno protagoniste di un percorso di avvicinamento alla serata finale, fatto di concerti in club selezionati e su palchi rinomati a Bologna e non solo, durante i quali gli artisti emergenti – e naturalmente grazie anche ad una strumentazione tecnica professionale – avranno l’opportunità di esibirsi come se fossero già dei “big”, insieme a nomi già affermati della nuova musica italiana.
Solo la scorsa estate, i candidati selezionati hanno diviso il palco, a Bologna, con Fulminacci, Bluem e Iside.

Un progetto importante che riceve il sostegno della Regione Emilia-Romagna nell’ambito della legge musica L.R. 2/2018, prima in Italia nel suo genere e volta a definire le tipologie d’intervento nel settore musicale, puntando a dare un’impronta trasversale e innovativa al comparto.

Ebbene sì, la musica è riconosciuta come uno strumento di formazione culturale, di aggregazione sociale, di espressione artistica e di sviluppo economico.
E ancora, sì, qualcuno vi sta mettendo a disposizione gli strumenti e vi sta dando delle opportunità, voi, credeteci. Anche quando (e se) a farcela è “Uno su mille”.