Aumentano imprese, esportazioni e Pil: l’economia reggiana cresce

Reggio Emilia vista da alto finestra di pietra

Sul futuro restano le ombre legate, soprattutto, alla situazione di grave tensione internazionale e al rallentamento di una crescita che, a fine 2023, dovrebbe comunque portare ad un aumento del Pil pari allo 0,8%, ma il bilancio offerto dal “Rapporto sulla coesione sociale” certifica, intanto, che il 2022 ha sancito un deciso rilancio dell’economia reggiana, un rialzo dei redditi delle famiglie e il recupero di rilevanti posizioni nelle graduatorie relative alla qualità della vita nel nostro territorio.

Quattro dati, tra i tanti, evidenziano in modo particolare le buone performance del sistema produttivo reggiano: l’aumento del numero delle imprese (in due anni sono salite di 1.000 unità, portandosi a 54.950 dopo oltre un decennio di contrazioni), l’incremento del Pil (+4,9% nel 2022 dopo il più 7,8% del 2021), il nuovo record delle esportazioni (13,9 miliardi, con un aumento del 18,8%) e la discesa del tasso di disoccupazione al 4,2% dopo il rialzo di oltre un punto nei due anni precedenti, che l’aveva portato al 5,1% nel 2021.

“Un tessuto imprenditoriale forte – sottolinea il presidente della Camera di Commercio dell’Emilia, Stefano Landi – che ha confermato la grande capacità di reazione già espressa nel 2021 rispetto alla dura stagione segnata dal Covid, continuando a sostenere investimenti in ricerca e innovazione che ne hanno accresciuto ulteriormente la competitività”. “Un risultato importante – aggiunge Landi –, ottenuto in condizioni certamente complesse a seguito dell’abnorme aumento dei costi, ed in particolare di quelli energetici, e la guerra in Ucraina, con tutte le sue conseguenze anche economiche, oltre che umane, che il conflitto ha generato”.

Nel Rapporto – realizzato dalla Camera di Commercio dell’Emilia in collaborazione con la Fondazione Manodori, la Provincia di Reggio Emilia e il Comune capoluogo – non mancano, comunque, elementi di preoccupazione che si legano ancora alla lunga scia del Covid, a partire da un disagio psichico giovanile (e non solo) che si è fortemente accentuato, per arrivare alle preoccupazioni degli amministratori pubblici sulla tenuta dei legami sociali, sul calo delle nascite e, ancora, su un mercato del lavoro che, nonostante il calo della disoccupazione, presenta dati in crescita sulle persone inattive.

“Sono elementi di fragilità – sottolinea il presidente della Camera di Commercio dell’Emilia, Stefano Landi – da monitorare e sui quali intervenire, perché si legano a sofferenze individuali e comunitarie sulle quali occorre un impegno corale per far sì che le grandi opportunità e gli importanti risultati che nascono in questo territorio siano una ricchezza per tutti e ciascuno si senta parte di una comunità che non solo cresce, ma include e si mobilita nella solidarietà”.

Il Rapporto camerale, curato anche per il 2022 da Gino Mazzoli, psicosociologo dell’Università Cattolica, apre ampie finestre su questa articolata realtà reggiana, intrecciando dati e valutazioni che vanno dall’economia al lavoro, alla sanità, alla scuola, alla demografia e alla qualità della vita.

Le indicazioni del rapporto in dettaglio

Demografia. Il calo complessivo della popolazione Reggiana (525.155 residenti al 31 dicembre 2022) continua come sta avvenendo da cinque anni a questa parte, ma con percentuali meno elevate (-0,1%, corrispondente a 431 residenti in meno in un anno) rispetto ai due anni precedenti che, a causa della pandemia, avevano fatto registrare un aumento dei morti e una contrazione delle immigrazioni. Il picco dei decessi raggiunto nel 2020 (6.308) a causa del Covid si è riportato sotto quota 6.000 (5.924), ma rientra in un trend di aumento legato all’invecchiamento della popolazione reggiana. Per contro, è evidente il continuo calo delle nascite, che nel 2022 sono state 3.647, determinando così un saldo naturale tra nati e morti a -2.277.

A contenere il calo della popolazione, sulla quale incidono anche i trasferimenti, sono dunque le immigrazioni dall’estero, con un saldo annuo tra ingressi e uscite che si attesta a 2.180 unità.

A fronte del calo della popolazione a livello provinciale, dieci comuni reggiani registrano aumenti, a partire da Casina (116 residenti in più) e poi via via Sant’Ilario (57), Vezzano sul Crostolo (54), San Martino in Rio (50), Canossa e Viano (entrambi con 49 residenti in più), Reggiolo (42), Campegine (28), Cavriago (22) e Bibbiano (21).

Economia. Il numero delle imprese è salito a 54.950 (480 in più rispetto al 2021), allontanandosi ulteriormente dal dato minimo decennale raggiunto nel 2020, con 53.964 imprese registrate.

Dati in aumento soprattutto per le costruzioni (+383 unità in un comparto in cui il 75% è rappresentato da ditte individuali) e i servizi alle imprese (+162); 21 aziende registrate in più anche nei servizi alla persona, mentre tutti gli altri comparti sono apparsi in lieve calo.

Pressoché stabile è l’imprenditoria femminile (il 19% sul totale), mentre continua ad aumentare la componente straniera, giunta ad una quota del 18% sul totale dopo aver guadagnato più di tre punti nell’ultimo decennio.

Il Pil, come si è detto, è aumentato del 4,9%, ma con pesi assai diversi tra i diversi comparti. Decisamente al di sopra della media la crescita delle costruzioni (+12,8%) e dei servizi (+6,5%), mentre abbondantemente al di sotto sono rimaste l’industria (+1,5%) e l’agricoltura, con un modesto +0,7%.

“Anche il 2023 – spiega Landi – non sarà soddisfacente per questi comparti; in entrambi i casi, infatti, è previsto un calo del Pil (-1,4% per l’industria e -3% per il settore primario), con un pesante andamento del mercato interno e una crescita delle esportazioni che dovrebbe risultare assai modesta”.

“Occorrono interventi strutturali di politica economica nazionale – sottolinea Landi -, perché è necessario ridare stabilità ad un percorso di sviluppo che, come abbiamo visto in questi anni, risulta troppo esposto non solo alle crisi internazionali, ma anche a questioni che riguardano i costi (da quelli energetici a quelli del denaro per gli investimenti) e una generale fase di ristagno dei consumi”.

Note molto positive sono comunque venute dai mercati esteri, con una crescita delle esportazioni del 18,8%, con un valore che si avvicina ai 14 miliardi e un saldo positivo, sulla bilancia commerciale, per 7,3 miliardi.

Lavoro

La situazione relativa al lavoro appare particolarmente complessa. Scende il numero degli occupati (235.414 nel 2022 rispetto al 238.876 del 2021), scende contemporaneamente il tasso di disoccupazione (al 4,2%, con i disoccupati a quota 10.320, cioè 2.500 in meno rispetto al 2021), ma aumenta decisamente il numero degli inattivi. Le persone che non cercano più lavoro sono salite di 3.000 unità in un anno, portandosi a 98.549.

“Le ipotesi – spiega il curatore del Rapporto, lo psicosociologo Gino Mazzoli – possono essere molte; tra queste, quella che vede molte persone entrate in depressione con la pandemia e finite in una zona di ritiro sociale, ma anche giovani che attendono un’occasione migliore per il lavoro”.

Il numero degli inattivi, in ogni caso, si è riportato vicino agli oltre 101.000 del 2015, anno che fece seguito ad un 2014 che segnò il record del tasso di disoccupazione a Reggio Emilia come effetto della grande crisi economica e finanziaria del 2008. Sullo sfondo, insieme alle conseguenze del Covid, sembrano esservi le stesse ragioni di perdita di prospettive, del senso del lavoro e del sacrificio, scarsa gratificazione economica e sociale anche del lavoro a tempo indeterminato.

“Molte persone – sottolinea Mazzoli – stanno provando a navigare l’incertezza che caratterizza il quadro complessivo e scelgono di abbandonare un posto di lavoro sicuro per fare un lavoro che piace di più benché precario. Le cosiddette “grandi dimissioni”, infatti potrebbero chiamarsi a buon diritto una grande trasformazione del lavoro, ed è allora importante introdurre schemi di lettura nuovi anche rispetto a ciò rispetto a ciò che classifichiamo come competenza, proattività, capacità”.

Reddito delle famiglie e qualità della vita

Il reddito complessivo delle famiglie reggiane (il cui risparmio è aumentato sia nel 2022 che nel primo semestre 2023) è aumentato fortemente nel 2022, segnando un +6%. A differenza di quanto accaduto nel 2021, però, la crescita è stata completamente annullata dall’incremento dell’inflazione (+7%). In termini reali, dunque, il reddito cala del -1% (era aumentato del 2,4% nel 2021). “La tenuta dell’economia – spiega Mazzoli – ci ha permesso di reggere nonostante l’iperinflazione, ma occorrerà approfondire ancora quanto questo andamento abbia impattato diversamente sulle fasce di reddito più deboli ”.

Quanto alle classifiche sulla qualità della vita, Reggio Emilia sale addirittura al quarto posto nella speciale graduatoria di Legambiente per i territori più ecologici; quanto al Sole 24ore e ItaliaOggi colgono la nostra provincia tra 11º e 13º posto. Siamo comunque in risalita in tutte e tre le classifiche dopo essere stati 44º nel 2016 rispetto all’ambiente e trentottesimi nella classifica di ItaliaOggi. Più stabili, invece, secondo Il Sole 24 Ore.

La sanità

Il Rapporto camerale evidenzia, in particolare, l’aumento del disagio psichico già messo in luce nella precedente edizione della ricerca.

Gli utenti in cura presso i servizi di salute mentale sono aumentati del 2,8% nel 2022, ma ben più evidente è l’incremento dei minori che fanno ricorso alla neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza, che ha fatto segnare un +7%. Bambini e adolescenti in cura sono così saliti a 10.074, vale a dire 669 in più rispetto al 2021, mentre gli adulti sono passati da 11.296 a 11.100.

“Gli accessi al punto di ascolto e consultazione per adolescenti e giovani adulti della nostra provincia, l’Open G., sono aumentati del 19% nel 2022” – spiega Mazzoli -, e dal 2020 sono più che raddoppiati, passando da 664 a 1.443”. In massima parte non si tratta di disturbi gravi, ma questo aumento evidenzia un bisogno di sostegno che la pandemia ha fatto decollare.

Lo attestano chiaramente anche i ricoveri e i trattamenti intensivi domiciliari per i giovani con diagnosi psichiatrica: in entrambi i casi i numeri sono più che raddoppiati, con 49 ricoveri nel 2022 (contro i 20 del 2021) e 47 trattamenti domiciliari intensivi (erano 17 nel 2021).

“E’ come se il Covid – sottolinea lo psicosociologo – avesse “sdoganato” la difficile pensabilità del futuro in un quadro di incertezza complessivo dove tra pandemie, guerre e crisi climatica i riferimenti complessivi entro cui condurre l’esistenza si sono fatti problematici”.

Sempre a proposito di Covid, il Rapporto aggiorna anche i dati relativi a contagi e decessi. I primi si sono portati complessivamente a 231.733 (167.944 nel 2022, quando comunque il tasso di letalità è sceso allo 0,3% dall’1,1% del 2021 e dal 3,7% del 2020), 4.827 dei quali nel primo semestre 2023. I decessi per Covid sono stati 1.771, con il picco nel 2020 sono stati 854, ma cifre rilevanti anche nel 2021 e nel 2022, rispettivamente con 432 e 456 decessi.

La scuola. Il numero degli studenti iscritti nelle scuole reggiane di ogni ordine e grado continua a diminuire. Il calo delle nascite, per la prima volta, colpisce anche le scuole superiori, con un numero di iscritti pari a 23.053, cioè 219 in meno rispetto al 2021.

Prosegue, nel frattempo, anche la flessione per la scuola dell’infanzia (11.417 iscritti, con meno 201 unità), la primaria (23.408 iscritti contro i 24.224 del 2021) e la secondaria di primo grado, che si porta a 15.758 iscritti, perdendo così 336 unità.

Sul totale dei 78.117 iscritti nelle scuole del territorio, gli studenti con cittadinanza straniera (ma in massima parte nati in Italia) rappresentano il 18,6%.

I COMMENTI

Leonello Guidetti, Presidente Fondazione Manodori: “Un aiuto a focalizzare le priorità, anche quelle inespresse”.

“La Fondazione Manodori – ha detto il presidente, Leonello Guidetti – è parte di una comunità, un organismo complesso che sta cambiando molto velocemente e che esprime istanze e bisogni nuovi e diversificati. Occorre concentrare il nostro impegno comune ad ascoltare, a cercare di comprendere la ‘domanda’ espressa dalla nostra comunità, ponendo attenzione alle persone fragili, alle situazioni di disagio e alle categorie deboli. E i risultati di questo Rapporto sulla coesione sociale ci aiutano a focalizzare le priorità, anche quelle a volte inespresse”.

“Per rispondere ed intervenire in modo efficace – ha concluso Guidetti – è necessario aggiornare continuamente l’idea stessa di solidarietà, incentivare il rafforzamento dei legami, del coinvolgimento dei cittadini e delle associazioni e la mobilitazione di risorse pubbliche e private per mettere in rete le idee, le proposte concrete, i mezzi per realizzarle”.

Giorgio Zanni, presidente Provincia di Reggio Emilia: “Ottimi risultati dall’economia. Concentrati sulle fragilità”.

Il Rapporto sulla coesione sociale redatto dalla Camera di Commercio si conferma un fondamentale strumento di analisi dei punti di forza e di debolezza del nostro territorio e di comprensione delle fragilità delle nostre comunità. Proprio su queste ultime – nel compiacerci ovviamente per gli ottimi dati che confermano lo stato di salute della nostra economia e la vivacità del nostro tessuto imprenditoriale, pur in un contesto internazionale che permane di grande difficoltà e incertezza – si concentra la nostra attenzione di pubblici amministratori. La pandemia, seppure ormai arginata sotto il profilo sanitario, continua a evidenziare gli strascichi di un long covid sociale i cui effetti si avvertono nell’aumento del disagio psichico, soprattutto tra i più giovani, e delle persone che non cercano più un lavoro o cercano di cambiarlo, sul calo delle nascite. Indicatori che segnalano una crescente sfiducia complessiva che rischia di minare le nostre comunità e il futuro delle giovani generazioni e contro la quale tutti insieme, anche a livello istituzionale, come abbiamo sempre fatto, dobbiamo concentrare il nostro massimo sforzo.

Luca Vecchi, sindaco di Reggio Emilia: “Fare squadra e agire di concerto”.

“Questo Rapporto ci restituisce un quadro composito, del quale tenere conto nel suo complesso, per poter intervenire al meglio – afferma il sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi – Se infatti gli indicatori economici, i dati sul risparmio delle famiglie e i numeri attinenti il mondo del lavoro sono complessivamente più che positivi, pur con differenze fra comparto e comparto, non possiamo ignorare il fatto che la pandemia di Covid ha colpito anche il nostro territorio, e continua a far sentire i propri effetti a diversi anni di distanza. Lo avevamo affermato nell’immediatezza dei fatti e tanto più vale ribadirlo oggi: Reggio Emilia, i suoi cittadini, la sanità in generale hanno saputo reagire mirabilmente a questa prova terribile. Essa però ci ha consegnato un tessuto sociale in parte indebolito e nuove fragilità con cui misurarsi: penso ad esempio al tema delle cosiddette grandi dimissioni che non è uno specifico reggiano ma, al contrario, direi un grande fatto anch’esso esteso su scala mondiale, e la condizione giovanile, duramente provata dai lunghi mesi di isolamento. Il Covid è stato, se lo analizziamo, il paradigma tangibile di come i problemi globali abbiano ricadute pesantissime su scala locale, e come le istituzioni, i corpi intermedi, i sindacati e le agenzie del territorio debbano confrontarsi con tali sfide. Difficile pensare che se ne possa uscire in altro modo che non sia quello di fare squadra e di agire, ognuno per le proprie precipue competenze e responsabilità, di concerto. Ben sapendo però che c’è anche un livello altro, nazionale, che deve tenere conto delle esigenze e delle necessità del sistema delle autonomie locali e in modo particolare dei Comuni, vera cartina di tornasole dello stato di salute del sistema Paese”.



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