Ai Musei di Reggio prosegue la mostra Luigi Ghirri

Luigi Ghirri, Trani, 1986_1

Con la mostra Luigi Ghirri. Zone di passaggio. Discrete semioscurità Palazzo dei Musei prosegue la riflessione sull’opera di Luigi Ghirri, attraverso un ampio percorso dedicato al tema del buio.

A cura di Ilaria Campioli, l’esposizione propone una selezione di 56 immagini di ambientazione notturna che Ghirri ha realizzato nel corso della sua produzione e che raccontano di luoghi “illuminati in maniera provvisoria, spazi che vivono una loro discreta semioscurità e che solo temporaneamente diventano luminosi in maniera festosamente provvisoria”, capaci di sollecitare l’attivazione di una lettura alternativa del reale.

Se il buio è al centro della ricerca di Ghirri, le “micro-rotture” generate da improvvise illuminazioni capaci di rivelare quel rapporto fra luce e buio celato nella natura, intrecciano un dialogo che amplia la riflessione grazie ai progetti di una serie di importanti autori contemporanei di fama internazionale. Sono le discrete semioscurità di Mario Airò, Gregory Crewdson, Paola De Pietri, Paola Di Bello, Stefano Graziani, Franco Guerzoni, Armin Linke, Amedeo Martegani e Awoiska van der Molen che, nella loro eterogeneità di tecniche, approcci e sguardi, indagano le zone di passaggio tra buio e luce.

La mostra è promossa da Comune di Reggio Emilia (Musei Civici, Biblioteca Panizzi) in collaborazione con Archivio Eredi Luigi Ghirri, e realizzata grazie ai Fondi europei della Regione Emilia-Romagna. Con il contributo Art Bonus di Iren.

Orari di apertura nel mese diagosto: martedì, giovedì, domenica 10.00 – 13.00
mercoledì, venerdì, sabato 10.00 – 13.00 / 21.00-24.00. Lunedì chiuso. Ingresso gratuito.


Palazzo dei Musei declina infine il tema del buio e della notte anche con Passaggi notturni (fino al 29 settembre ), a cura di Silvia Chicchi che, attraverso l’occhio delle fototrappole, indaga l’attività notturna degli animali nei boschi. Realizzata in collaborazione con il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, la mostra costruisce un dialogo con le ricche collezioni naturalistiche del Museo valorizzandole attraverso una lettura inedita e capace di sfruttare le moderne tecnologie.

 



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