Dopo la presa di posizione del sindaco di Scandiano Matteo Nasciuti, che con un video pubblicato sui social si è schierato contro il progetto di un grande parco fotovoltaico di 10,8 ettari proposto da una società privata in un’area tra Pratissolo e Albinea, in una zona a forte vocazione agricola, anche il Partito Democratico reggiano si è espresso sulla più generale questione del cosiddetto “agrivoltaico” e della transizione energetica.
Lo ha fatto con una nota firmata da Fabio Spezzani, responsabile per le politiche agricole e la conversione ecologica della segreteria provinciale del Pd, e Massimo Gazza, segretario provinciale del partito: “Da ormai diversi mesi, e su tutto il territorio provinciale, assistiamo a questa oscillazione tragica tra la necessaria implementazione della produzione di energia pulita da un lato e, specularmente, dall’altro, alla presentazione di progetti mastodontici che, innervandosi sul tema della transizione ecologica, trascendono talmente tanto le normative e il buon senso comune da sembrare essere animate esclusivamente dalla mera speculazione”.
“Esisterà, certo, un punto di equilibrio: che sia biogas, agri o fotovoltaico, esiste oltretutto un baricentro reale, che sorregge, che fuor di metafora è il terreno, e il più vasto territorio. Ecco, in questa situazione così estremizzata sembra veramente paradossale che a non avere voce in capitolo sia proprio il territorio stesso e chi lo amministra, ovvero chi ne ha le competenze ed è chiamato ogni giorno, per il bene collettivo, a creare e mantenere equilibri difficili da preservare per tutti coloro che vivono e governano a ‘maggior distanza’”.
“Ogni giorno di più – proseguono Spezzani e Gazza – ci accorgiamo di quanto sia necessaria a questo Paese una vera e solida transizione energetica: lo dice l’incessante incedere di eventi meteorologici tanto più estremi quanto più quotidiani, lo dice il costo dell’energia che sta inginocchiando i nostri comparti industriali e i risparmi delle nostre famiglie. Ogni giorno di più, allo stesso modo, ci accorgiamo di quanto sia necessario tutelare il nostro paesaggio e il nostro territorio, elementi profondi della nostra cultura e della nostra ricchezza, gli stessi su cui hanno fondamento buona parte della nostra vocazione e appetibilità turistica e tutto, tutto per davvero, il nostro valore agroalimentare, dal Parmigiano Reggiano ai nostri vini di qualità, ai nostri prodotti dal valore certificato”.
In questo “difficile ma necessario equilibrio da individuare, mantenere e rendere solido”, hanno concluso Gazza e Spezzani, “gli amministratori locali del Partito Democratico della provincia di Reggio vogliono avere un ruolo e contribuire attivamente, consci della difficoltà della partita da giocare ma consapevoli, ancor più, di come entrambi gli aspetti siano parte di un’unica battaglia di civiltà da affrontare”.







La transizione si fa o non si fa.
Per farla servono fotovoltaico, eolico e stoccaggio energetico (batterie, pompaggio idroelettrico).
Impianti su larga scala, non domestici.
Il biogas da colture dedicate non è un’alternativa pulita: gli impianti hanno perdite e il metano è un gas serra potentissimo, mentre la CO2 è riemessa invece che stoccata a lungo termine.
Soprattutto, a parità di energia prodotta l’utilizzo di suolo per il biogas è di ~40 volte quello del fotovoltaico: alla faccia della sovranità alimentare.
Il nostro territorio si tutela di più con pannelli che proteggono il suolo sottostante che con coltivazioni di mais da bruciare.
Per favore, “agrivoltaico” è di per sé un ossimoro grande come una casa; insostenibile se non su aree degradate non recuperabili (cave di argilla, ad esempio, dove ogni patetico tentativo di “ripristino” si scontra inevitabilmente con pendenza dei versanti e qualità del non-suolo).
per la serie green e sostenibile si, ma non nel mio giardino