Non cambia verso nemmeno ad aprile il trend al ribasso dei nuovi contratti di lavoro delle imprese reggiane: le 3.510 nuove attivazioni complessivamente previste, infatti, rappresentano un calo del 5,4% rispetto allo stesso mese del 2024. Un dato peraltro in controtendenza rispetto alle vicine province di Parma (+9,6%) e Piacenza (+7,4%).
Anche su base trimestrale il saldo si avvia verso un dato negativo, e di entità ancora maggiore: tra aprile e giugno in provincia di Reggio sono previsti infatti 11.710 nuovi contratti, con una flessione del 7,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Dal confronto temporale emerge inoltre che nel mese di aprile del 2024 le imprese che hanno previsto nuovi contratti sono state il 17% del totale, percentuale che quest’anno è scesa al 16%.
I dati, elaborati dal sistema informativo Excelsior gestito da Unioncamere e Ministero del lavoro in collaborazione con l’Ufficio studi della Camera di commercio dell’Emilia, evidenziano che continua a essere l’industria il comparto che sconta le maggiori difficoltà. In questo settore, infatti, le imprese reggiane hanno programmato complessivamente l’attivazione di 1.370 nuovi contratti, l’11% in meno rispetto all’aprile dello scorso anno. All’interno del comparto, l’industria manifatturiera e le public utilities hanno fatto evidenziare un calo del 10,5%, portando a 1.110 i nuovi contratti, mentre le costruzioni – con 260 nuove attivazioni – hanno fatto registrare un’ulteriore diminuzione del 10,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Il comparto dei servizi, che assorbirà il 61,3% di tutti i nuovi contratti di aprile, ha fatto segnare invece un calo più contenuto: -1,4% anno su anno. All’interno del settore, per i servizi alle imprese sono previsti 800 nuovi contratti (-11,1% rispetto a un anno fa), per il commercio 470 nuovi contratti (+4,4%), per i servizi alla persona 310 nuovi contratti (+10,7%); i servizi di alloggio e ristorazione, dopo il pesante -20,9% di marzo, tornano a crescere con 570 nuove attivazioni (+3,6% rispetto all’aprile del 2024).
Così come in passato, tra i nuovi contratti prevarranno largamente quelli a termine (tempo determinato e altri contratti con durata predefinita – nel 74% dei casi), mentre le entrate stabili con contratti a tempo indeterminato o di apprendistato si attesteranno a quota 26%, confermando di fatto i dati di un anno fa.
Tra gli elementi più significativi dell’indagine, anche ad aprile spicca la quota di nuovi contratti (36,8%) riservata a persone con meno di 30 anni.
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