A Reggio 80 studenti dell’istituto Canossa al lavoro sulle migrazioni con Dimora d’Abramo e il Sai del Comune

Francesco Rossi consorzio Oscar Romero

Sono 79 gli studenti e le studentesse dell’istituto scolastico Matilde di Canossa (due classi quarte e una quinta superiore) coinvolti nel progetto “Vite oltre il destino: storie di giovani rifugiati nell’incontro con la città solidale”, nato dalla collaborazione tra la cooperativa sociale Dimora d’Abramo, il Comune di Reggio e lo stesso istituto secondario superiore reggiano: un percorso di sensibilizzazione e riflessione – ma anche di lavoro – sulle tematiche migratorie che durerà fino a maggio.

Il progetto, come ha sottolineato il presidente della cooperativa Dimora d’Abramo Luigi Codeluppi, “si muove nel solco delle iniziative già realizzate nell’ambito del Sai (Sistema accoglienza integrazione, l’ex Sprar) del Comune di Reggio, che hanno portato tra le altre cose alla realizzazione di video che hanno come protagonisti alcuni giovani accolti nel nostro territorio e alla diffusione del libro “Profughi” dello scrittore Piergiorgio Paterlini”.

Presentato poco meno di un anno fa, il libro (edito da Pendragon all’interno della collana “MarRosso”) dà voce a dieci giovani migranti che si raccontano nelle loro storie di sofferenza, di fuga dalle terre d’origine, di accoglienza e di speranze rinate in un’altra terra, quella reggiana.

Sono due le fasi di “Vite oltre il destino: storie di giovani rifugiati nell’incontro con la città solidale”: la prima prevede alcuni incontri (il primo è già avvenuto) con Francesco Rossi, il responsabile del Sai di Reggio, che illustrerà le caratteristiche del servizio di accoglienza, le sue finalità e le modalità di sostegno assicurate alle persone accolte. La fase di sensibilizzazione proseguirà poi con lo scrittore Piergiorgio Paterlini, che parlerà del senso del lavoro realizzato e della metodologia, che ha portato ad assegnare al richiedente asilo il ruolo di assoluto protagonista; alcuni dei giovani migranti le cui storie sono state raccontate nel libro, inoltre, andranno a portare direttamente in classe una testimonianza sul loro percorso migratorio. Nella seconda fase, invece, studenti e studentesse dovranno realizzare un elaborato personale insieme agli insegnanti di riferimento.

Secondo Rossi il progetto, nella sua articolazione, “copre tre aree che riteniamo molto importanti per gli studenti impegnati: il “sapere”, proprio nel senso del conoscere; il “saper essere”, nell’incontro con l’altro; il “saper fare”, traducendo in un’opera multimediale (che potrà essere anche presentata pubblicamente) ciò che si è appreso e ciò che si è vissuto”.

“Il progetto affronta un tema di grande importanza per la formazione dei futuri cittadini”, ha aggiunto il dirigente scolastico dell’istituto Matilde di Canossa Daniele Cottafavi, “e rientra infatti a pieno titolo nelle attività previste per l’educazione civica. Il tema è di grande attualità anche alla luce di quanto sta accadendo in questi giorni a seguito del conflitto russo-ucraino, che tanto drammaticamente sta sconvolgendo la vita di migliaia di persone. I ragazzi e le ragazze potranno certamente mettere a frutto le competenze maturate nel corso del progetto anche per favorire l’accoglienza e l’integrazione a scuola di coetanei provenienti dalle terribili esperienze della guerra”.