Ferrara, musica in foto a Palazzo Diamanti

Harari, Vittorio Sgarbi e Ute Lemper a Palazzo dei Diamanti_1

La grande fotografia torna protagonista a Palazzo dei Diamanti dopo oltre quarant’anni con le opere di Guido Harari. Incontri. 50 anni di fotografie e racconti, riunisce dal 16 luglio al 1° ottobre oltre 300 fotografie di Guido Harari, installazioni e filmati originali, proiezioni e incursioni musicali, dagli esordi in ambito musicale come fotografo e giornalista, alle numerose copertine di dischi per artisti famosi, tra cui Fabrizio De André, Bob Dylan, Vasco Rossi, Kate Bush, Paolo Conte, Lou Reed, Frank Zappa, fino all’affermazione di un lavoro che nel tempo è rimbalzato da un genere all’altro – editoria, pubblicità, moda, reportage – privilegiando sempre il ritratto come racconto intimo degli incontri con le maggiori personalità del suo tempo.

Oltre alla rassegna con le opere di Harari, quest’estate Palazzo dei Diamanti riapre le sue porte ospitando in contemporanea anche un’antologica dedicata ad Agostino Arrivabene, intitolata Thesauros, nome ispirato ai piccoli edifici che venivano offerti da città e popoli alle divinità nei santuari. La rassegna, curata da Vittorio Sgarbi, raccoglie quaranta opere, fra dipinti, disegni e oggetti di mirabilia, realizzate dall’artista lombardo dal 1985 a oggi. Arrivabene rinnova temi mitologici, sacri e letterari, sfrutta le potenzialità dell’allegoria, scandaglia il mistero della natura, della vita terrena e di quella oltre la morte. Nei suoi dipinti, eseguiti con tecniche tradizionali e materiali preziosi, si colgono gli echi dei maestri antichi – Van Eyck, Leonardo, Michelangelo, Dürer, Rembrandt – che lo hanno guidato nella ricerca di una personalissima figurazione connotata da una forte carica visionaria e richiami simbolici ed esoterici.

«Palazzo dei Diamanti, completamente rinnovato, riapre al pubblico, dopo decenni, in piena estate, con due mostre che dimostrano ancora una volta una capacità, una ricchezza, una flessibilità espositiva dal respiro internazionale per offrire a tutti uno sguardo di speranza e di fiducia che passa dalla cultura – ha detto l’assessore alla Cultura Marco Gulinelli –. Quella di Harari è un inno alla fotografia che spazia tra le arti. Harari traduce la bellezza anche negli angoli più bui, permettendo all’osservatore di entrare nell’intimità del soggetto. Oltre 300 sue foto ci proiettano anche nella dimensione del ricordo. Questa mostra vede la positività del vivere. Arrivabene ci propone la forte carica visionaria di un artista raffinato dotato di fantasia inesauribile che sfrutta le potenzialità dell’allegoria scandagliando le profondità del mistero della natura e della vita».

«L’euforia degli incontri raccontati nell’obiettivo di Harari è festa nei suoi occhi – sottolinea Vittorio Sgarbi, presidente della Fondazione Ferrara Arte –. Il suo non è il tempo delle cronache, ma il tempo della nostra essenza felice. Questa è una mostra, contagiosa, sulla felicità, qui si sente il compiacimento per il successo delle persone ritratte. Arrivabene invece ci racconta l’inferno e rientra nella identità padana che fu reclamata da Roberto Longhi. Arrivabene è erede di una tradizione rinascimentale che abbiamo celebrato con la mostra Rinascimento a Ferrara, nel segno di Ercole de’ Roberti. Tutto questo avviene nel luogo dell’Officina ferrarese di Longhi e nel luogo della contemporaneità di Franco Farina. Oggi facciamo vivere qui le due stagioni di Longhi e Farina. Poco oltre, al Castello, invece celebriamo uno dei più grandi scultori del novecento, fino ad oggi poco conosciuto, Arrigo Minerbi. Stiamo portando a compimento Ferrara, con formidabile impegno. Quella Ferrara che è stata la capitale del Rinascimento, che è stata il centro del mondo».

Il direttore della Fondazione Ferrara Arte Pietro Di Natale ha inoltre ricordato che «da settembre 2020, data della sua nomina, sono 26 le mostre realizzate, ringraziando la grande macchina organizzativa di Ferrara Arte. Oggi Palazzo dei Diamanti unisce stili, generi, espressioni differenti. Così, dopo aver celebrato il grande Rinascimento a Ferrara, oggi è la grande fotografia di Harari che si mostra al pubblico e con essa l’arte di Arrivabene, maestro ispirato dalla tradizione, immerso nella modernità, ma non contaminato dalle mode».

«Non si diventa artisti per produrre arte, ma per intraprendere un viaggio personale – dice Guido Harari –. La fotografia è una sfida all’impermanenza della vita, per mostrarne tutta la potenza e la magia, oltre rituali e convenzioni. Fotografare è vivere più vite in una: questa mia mostra che ripercorre 50 anni della mia vita presenta per la prima volta non soltanto i miei ritratti di musicisti, da Bob Dylan a Vasco, Bob Marley, Battiato, Lou Reed, De André, ma anche quelli delle maggiori personalità del Novecento e oltre, da Dario Fo a Giorgio Armani, da Greta Thunberg a Renzo Piano, da Michelangelo Antonioni a David Bowie. “Incontri” è un viaggio nella memoria, in quello che considero l’eterno presente collettivo. Mi auguro che i visitatori di ogni età possano riconnettersi qui col proprio vissuto».

Alla vernice, oggi, era presente anche l’attrice e cantante Ute Lemper, tra le icone immortalate da Harari, tra le più rappresentative in mostra. «Sono qui per celebrare l’amicizia con Guido – afferma la cantante, autrice, attrice e ballerina Ute Lemper –. Ci siamo conosciuti 30 anni fa. Ho sempre amato il suo modo di creare, di catturare l’anima degli artisti, l’amore che nutre per loro e per il loro modo di fare musica. Lo si ritrova in scatti celebri e iconici come quelli di Tom Waits, Lou Reed, Laurie Anderson. Foto uniche. Anzi, parlare di foto è riduttivo, è il processo che si cela dietro e che porta alla foto che è unico. Oggi dopo 30 anni sono qui – come una viaggiatrice del tempo – per celebrare la sua arte, per celebrare questo momento. Recentemente abbiamo condotto un nuovo lavoro di fotografia insieme. Bellissimo è stato ritrovare quel modo che Guido ha di porsi di fronte all’artista. Oggi è l’occasione per ringraziarlo nuovamente per ciò che ha fatto per me». A salutare e omaggiare l’attrice e cantante Lemper anche Elisabetta Sgarbi, che con La nave di Teseo pubblicherà il suo libro (con copertina di Guido Harari). Ute Lemper sarà alla Milanesiana domani (16 luglio) a Vicenza con il grande scrittore rumeno, Mircea Cartarescu.

«Thesauros è il tesoro, un luogo dove ho voluto raccogliere la mia memoria, la mia vita, i miei drammi, e il mio cammino insieme ai grandi testimoni delle arti visive e letterarie del passato – spiega Agostino Arrivabene –. In Thesauros le fondamenta di un portato esistenziale diventano la sublimazione di una personale ricerca al mistero della bellezza, perché possa confortare e salvare il mondo. Questo ci ha trasmesso Dostoevskij nel suo romanzo L’idiota. La bellezza è infine donarsi, e tutta la mia pittura l’ho sempre considerata un donarmi, un vero atto d’amore. Le presenze di Michelangelo Buonarroti, Dante Alighieri, Leonardo da Vinci ed Ezra Pound, gli dei oramai sepolti dalle polveri del tempo, il mito greco che sussurra sempre nel sottosuolo, sono stati i fari in uno spazio gremito di nebbie, dove le avanguardie han voluto essere la voce più urlata. Ho preferito la retroguardia di questa battaglia, e Thesauros ne è la risultante, è come una raccolta di doni votivi, di ex voto, omaggi a coloro che prima di me hanno cercato il senso di questa bellezza che desidera salvare il mondo».

“Incontri” e “Thesauros” sono visitabili tutti i giorni (anche il 15 agosto), dalle 11 alle 20. È previsto un biglietto unico valevole per entrambe le rassegne. Maggiori informazioni su www.palazzodiamanti.it.