A Bologna posticipata di dieci giorni l’accensione del riscaldamento: si parte dal 2 novembre

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Il sindaco di Bologna Matteo Lepore ha firmato un’ordinanza per posticipare a mercoledì 2 novembre l’accensione degli impianti di riscaldamento sul territorio comunale. La decisione è stata adottata alla luce delle temperature registrate dalle stazioni meteorologiche nel capoluogo felsineo, che sono risultate sensibilmente al di sopra della media stagionale; se nelle prossime settimane dovesse verificarsi un improvviso calo delle temperature, in ogni caso, sarà possibile anticipare di qualche giorno l’accensione dei termosifoni con una nuova ordinanza.

Sono esclusi dalla disposizione gli ospedali, le cliniche e le case di cura, le strutture protette e gli altri servizi sociali pubblici, le scuole materne e gli asili nido, gli edifici adibiti ad attività industriali e artigianali (nei casi legati a esigenze tecnologiche o di produzione), le piscine e le saune, le sedi delle rappresentanze diplomatiche e delle organizzazioni internazionali che non siano ubicate in stabili condominiali.

L’ordinanza si inserisce nel solco del Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas approvato dal Ministero della transizione ecologica, che per la zona climatica E (quella di cui fa parte anche Bologna) aveva già rinviato l’accensione dei riscaldamenti dal 15 al 22 ottobre per abbattere i consumi di gas naturale. Il piano, in ogni caso, attribuiva ai sindaci la facoltà di ampliare o ridurre i periodi di esercizio e la durata giornaliera di attivazione degli impianti termici.

A Bologna gli impianti di riscaldamento potranno dunque essere accesi dal 2 novembre di quest’anno al 7 aprile del 2023, per un massimo di 13 ore giornaliere totali nella fascia oraria compresa tra le 5 e le 23. In questo periodo la media ponderata delle temperature dell’aria non dovrà superare (con una tolleranza di due gradi) i 17° C negli edifici adibiti a attività industriali, artigianali e assimilabili e i 19° C in tutti gli altri edifici.

Contestualmente alla decisione del capoluogo, molti altri Comuni dell’area metropolitana di Bologna hanno già emanato ordinanze analoghe: Malalbergo, Calderara di Reno, i Comuni del circondario imolese, Budrio, Granarolo, Casalecchio di Reno, Ozzano dell’Emilia, Zola Predosa, Valsamoggia, Monte San Pietro, Castenaso e Sasso Marconi.