Nessuno ne parla più.
Tace la Regione, tace il Comune e, soprattutto, tacciono gli investitori di Silk Faw, che entro la fine del mese di maggio scorso si erano impegnati a rogitare il terreno di Gavassa su cui costruire il proprio stabilimento e la palazzina degli uffici.
Per carità, una decina di giorni di rinvio non sono la fine del mondo e fra qualche settimana, se le promesse saranno mantenute, tutti ce lo saremo dimenticati.
Intanto, però, perché non spiegare ciò che sta succedendo?
Problemi burocratico-amministrativi?
Manca un timbro?
O, più seriamente, qualcosa che ha a che fare con la guerra in Ucraina e l’instabilità generale che essa determina?
L’aumento del prezzo delle materie prime?
Con il conseguente aumento dei costi per l’investimento programmato?
E, dunque, difficoltà non previste nel reperimento delle risorse necessarie da parte degli investitori?
Ma ciò che più conta: siamo di fronte a un ritardo o a qualcosa di più significativo?
Se qualcuno, avendone i poteri e le responsabilità, battesse un colpo, sarebbe gradito.
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