La Regione Emilia-Romagna ha deciso di rafforzare il cosiddetto “reddito di libertà”, un sostegno economico che prevede l’erogazione di un assegno mensile fino a 400 euro (per un periodo massimo di un anno) alle donne vittime di violenza per accompagnarle in un percorso di autonomia per sé e per i propri figli, con l’obiettivo di contrastare le condizioni di isolamento e le possibili difficoltà di carattere economico e sociale conseguenti alla violenza stessa.
La misura nazionale può essere integrata dalle Regioni con finanziamenti propri: è quello che ha fatto l’Emilia-Romagna, che ha aggiunto ai 200.000 euro statali in arrivo da Roma uno stanziamento regionale di altri 1,3 milioni per il 2022, portando così le risorse disponibili a un milione e mezzo.
Sono inoltre in arrivo anche altre risorse: nelle prossime settimane, infatti, sarà assegnata all’Emilia-Romagna un’ulteriore tranche di fondi statali da 667.000 euro, che permetterà al plafond di superare complessivamente i due milioni, cifra che consentirà di accogliere tutte le domande già presentate e di far fronte anche alle eventuali nuove istanze.
Istituito nel 2020, il reddito di libertà è diventato operativo tra la fine del 2021 e l’inizio di quest’anno, dopo la circolare applicativa dell’Inps, con una prima disponibilità per l’Emilia-Romagna pari a circa 200.000 euro: un budget limitato che aveva permesso di finanziare solo 42 delle 290 domande arrivate nei primi tre mesi del 2022.
Reddito di libertà, Mori (Pd): aiuto concreto alle donne vittime di violenza
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