In Italia scende ancora l’indice Rt, in calo anche l’incidenza di nuovi casi Covid-19

test Covid 19 tamponi mani

La seconda riunione di settembre della cabina di regia tra Ministero della salute, Istituto superiore di sanità e Regioni ha certificato una nuova discesa (la sesta consecutiva) dell’indice Rt relativo all’epidemia di nuovo coronavirus in Italia, confermando una tendenza al ribasso in atto senza interruzioni già dall’inizio del mese di agosto.

Il valore dell’indice di trasmissibilità dell’infezione da virus Sars-Cov-2, secondo i numeri del ministero e della Protezione civile riferiti al periodo compreso tra il 18 e il 31 agosto, dopo essere già diminuito la settimana precedente (quando era stato calcolato in 0,97) è ulteriormente calato anche nei giorni successivi, scendendo a quota 0,92 (range: 0,79 – 1,02) e rimanendo dunque sotto la soglia epidemica (Rt = 1) che separa una situazione di epidemia in avanzamento (Rt maggiore di 1) da una situazione di epidemia in regressione (Rt inferiore a 1).

Il monitoraggio settimanale ha evidenziato anche una discesa dell’incidenza settimanale dei contagi, che ha interrotto la precedente tendenza al rialzo passando nella settimana compresa tra il 3 il 9 settembre da 74 a 64 nuovi casi di positività riscontrati ogni 100mila abitanti; un valore che resta in ogni caso ancora al di sopra della soglia ideale di 50 nuovi casi ogni 100.000 abitanti, che consentirebbe un miglior controllo della trasmissione del virus grazie a un più efficiente contenimento (ovvero l’identificazione dei casi e il tracciamento dei relativi contatti).

Buone notizie anche per quanto riguarda il quadro delle regioni e delle province autonome classificate a rischio moderato, che sono scese drasticamente dalle 17 del bollettino precedente alle attuali 3: Friuli-Venezia Giulia, Lombardia e Provincia autonoma di Bolzano, mentre tutte le altre regioni e province autonome sono attualmente considerate a rischio basso (e nessuna regione o provincia autonoma è ritenuta a rischio epidemico alto).

Si conferma, purtroppo, il trend di aumento – seppur leggero – dei ricoveri ospedalieri associati a Covid-19: il tasso di occupazione nei reparti di terapia intensiva è salito dal 6% al 6,2%, con un numero di persone ricoverate passate dalle 544 del 31 agosto alle 563 del 7 settembre; anche il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale ha fatto segnare un lieve aumento, salendo dal 7,3% al 7,4%, con un numero di persone ricoverate passate dalle 4.252 del 31 agosto alle 4.307 del 7 settembre.

La circolazione della variante delta, ha precisato l’Istituto superiore di sanità, “è ancora prevalente in Italia. Questa variante è dominante nell’Unione Europea ed è associata a un aumento nel numero di nuovi casi di infezione anche in altri paesi con alta copertura vaccinale. Una più elevata copertura vaccinale e il completamento dei cicli di vaccinazione rappresentano gli strumenti principali per prevenire ulteriori recrudescenze di episodi di aumentata circolazione del virus, sostenuta da varianti emergenti con maggiore trasmissibilità”.