Nell’infinita controversia sulla legittimità o meno dell’esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche, che da decenni contrappone cattolici e non cattolici, le sezioni unite civili della Corte di Cassazione hanno indicato la via maestra da percorrere: è quella dell'”accomodamento ragionevole”, del confronto, della “ricerca, insieme, di una soluzione mite, intermedia, capace di soddisfare le diverse posizioni”, senza neppure escludere, in caso di richiesta, la possibilità di esporre simboli di altre religioni.
“I giudici della Suprema Corte confermano che il crocifisso nelle aule scolastiche non crea divisioni o contrapposizioni, ma è espressione di un sentire comune radicato nel nostro Paese e simbolo di una tradizione culturale millenaria”. E’ il commento di mons. Stefano Russo, segretario generale della Cei, alla sentenza della Cassazione, pur riservandosi di leggerla nella sua integralità. “È innegabile che quell’uomo sofferente sulla croce non possa che essere simbolo di dialogo”, aggiunge.
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