Il tribunale di Parma, anche in considerazione del parere del pubblico ministero, per la prima volta si è detto favorevole alla sostituzione del regime di arresti domiciliari a carico di un uomo accusato di stalking con il divieto di avvicinamento dello stesso alla persona che ha denunciato il fatto, disponendo che il controllo sul rispetto di questa misura cautelativa sia effettuato in questo caso tramite l’utilizzo di un braccialetto elettronico.
Il tribunale, oltre al divieto di contattare la vittima con qualsiasi mezzo, ha infatti obbligato l’uomo a mantenere una distanza di almeno 500 metri dalla donna che lo ha denunciato e dalle persone ad essa legate da una relazione affettiva.
Nel caso in cui si dovesse avvicinare troppo violando la distanza minima prescritta, grazie al doppio dispositivo dotato di Gps (uno in dotazione alla vittima, l’altro allo stalker) scatterà in automatico un’allarme che allerterà sia la persona da tutelare che la sala operativa della questura: la polizia, grazie ai dati per la geolocalizzazione inviati dal braccialetto anti-stalking, potrà così intervenire tempestivamente per un controllo della situazione ed evitare ulteriori conseguenze.
È la prima volta che nel territorio della provincia di Parma viene applicato questo strumento di controllo a distanza di un soggetto che si è reso responsabile di atti persecutori. Tale strumento, introdotto dal cosiddetto “Decreto sicurezza” (D.L.n.113/2013), è stato poi ribadito nel cosiddetto ”Codice Rosso” (L. n.19 del luglio 2019), un importante pacchetto di norme relative al contrasto alla violenza di genere che, oltre a velocizzare l’instaurazione del procedimento penale nei casi di maltrattamenti in famiglia e atti persecutori, introduce efficaci innovazioni anche sul codice di procedura penale per rendere più efficace e concreta la tutela delle vittime di questi reati.







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