Flai-Cgil Emilia-Romagna: “Bene il contrasto alle coop spurie, ma sono già superate dai furbetti delle srl”

Da diversi mesi presso la Regione Emilia-Romagna è stata costituita una commissione di ricerca e studio sulle cooperative spurie, che studia il fenomeno delle false cooperative che somministrano manodopera attraverso appalti di dubbia legittimità. Per Umberto Franciosi, segretario generale della sigla Flai-Cgil dell’Emilia-Romagna, "si cerca di affrontare un tema che la Flai-Cgil conosce, purtroppo, molto bene. Dopo tanti anni di nostre denunce pubbliche, ma soprattutto anche grazie alla vertenza Castelfrigo, si sta affrontando un problema che sta minando la nostra economia per i fenomeni di concorrenza sleale e le possibili infiltrazioni della malavita organizzata, senza naturalmente dimenticare gli episodi di sfruttamento dei lavoratori".

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Se il fenomeno viene osservato solo guardando le false cooperative come unico soggetto che delinque, però, secondo Francisi "si commettono due errori: il primo è che queste false cooperative sono imprese appaltatrici e, quando c’è un appalto illegittimo, c’è sempre un committente che le utilizza tramite terziarizzazioni di dubbia legittimità. Aspetto, quest’ultimo, che non viene sufficientemente approfondito ed analizzato. Il secondo è che, al posto delle false cooperative, stanno esplodendo le srl semplificate. Anch’esse, come le false cooperative, con capitali sociali ridicoli e rappresentate quasi sempre da prestanomi".

Il meccanismo, secondo Franciosi, "è da anni sempre lo stesso: il committente che appalta a un consorzio, il quale a sua volta sub-appalta alle sue consorziate le attività ricevute in appalto. Il committente ottiene servizi di manodopera a prezzi stracciati e recupera l’Iva, mentre le imprese appaltatrici – cooperative o srl – non versano Iva, Irap, contributi e spesso Tfr per poi svanire nel nulla".

Un meccanismo che, secondo il segretario generale della Flai-Cgil emiliano-romagnola, "ha precisi responsabili e che vede coinvolti anche i committenti che, spesso, affidano le loro lavorazioni da molti anni agli stessi soggetti, in giacca e cravatta, che si avvalgono però di prestanome a cui affidare la gestione delle srl o delle coop spurie, su cui ricadranno tutte le responsabilità. Prestanome che non potranno versare nulla allo Stato e ai lavoratori perché non hanno nulla che possa essere aggredito patrimonialmente".

Per Franciosi, dunque, "è bene contrastare chi delinque, ma bisogna anche eliminare il terreno fertile in cui germogliano, cioè gli appalti di dubbia legittimità, avendo anche il coraggio politico di intervenire immediatamente sul piano legislativo, ad esempio ripristinando il reato penale nella somministrazione di manodopera (depenalizzato nel 2016) e reintroducendo il reato della somministrazione fraudolenta di manodopera (abrogato con il Jobs Act)".

Oltre alle leggi e alla repressione dei reati da parte delle forze dell’ordine, secondo Franciosi "sarebbe opportuno anche un po’ di responsabilità sociale da parte delle imprese committenti, che non possono non accorgersi di quanto accade nei loro appalti. Se si continua a competere con questa organizzazione del lavoro non può esserci un futuro per nessuno".