Oggi, per la Giornata Internazionale della Donna l’Italia si tinge di fucsia, il colore del movimento “Non Una di Meno” che per l’occasione sciopera (è il settimo anno consecutivo) e scende in piazza in 37 città italiane contro la violenza maschile sulle donne e ogni forma di violenza di genere. Ma non solo. E’ anche uno sciopero contro la guerra, il disastro ecologico, l’inflazione, ogni forma di discriminazione e di razzismo.
A Roma è prevista “una performance collettiva di denuncia” per ricordare le vittime del naufragio di Cutro e un flash mob che ha come tema “la sottrazione dallo sfruttamento del lavoro produttivo e riproduttivo”.
A Milano i cortei sono due: uno parte alle 9:30 da largo Cairoli con gli studenti e uno alle 19 da piazza Duca D’Aosta, dedicato a tutta la città.
A Torino le attiviste del movimento scendono in piazza affinché l’8 marzo “non sia il giorno delle mimose e dei proclami istituzionali, ma sia una giornata di lotta e di riposo dal carico del lavoro produttivo, domestico e riproduttivo”.
A Trieste, la manifestazione sfila lungo le vie del centro ed è rivolta anche “contro la tortura del 41bis” e “la repressione e la ‘sicurezza’ gestita dalle forze dell’ordine, violenta e oppressiva”.
L’onda fucsia attraversa tante altre città da Alessandria, Asti, Cuneo, Genova, Venezia, Trento a L’Aquila, Firenze, Pisa, Modena fino a Bari, Cagliari, Catania e Palermo.
Anche quest’anno, la Giornata Internazionale della Donna è segnata dai femminicidi (sono già 20 le donne uccise da inizio 2023), dalla violenza fisica, psicologica e economica in una società dove la donna ancora fatica a sedere in posti apicali e continua a dover scegliere tra famiglia e lavoro.
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che forza i reggiani! inarrestabili e inamovibili, brontolano per 5 anni e poi via testa bassa e pedalare! certo che il primo che dice qualcosa
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