La genericità della disposizione rischia di andare oltre la propria finalità, che è quella di colpire chi gode di incentivi per investire in Italia e una volta ottenuto tali benefici sposta i beni agevolati all’estero.Tant’è vero che un’impresa italiana, vincitrice di un appalto per opere realizzate all’estero, rischia di vedersi definanziato il macchinario che userà in quella commessa”.Ad affermarlo sono Benedetta FIORINI e Maurizio Carrara, deputati di Forza Italia, Segretaria e componente della Commissione Attività Produttive della Camera.“E’ necessario incentivare e non sanzionare l’internazionalizzazione delle imprese. La possibilità di ottenere commesse all’estero è garanzia per lo sviluppo delle nostre aziende e per il mantenimento dei posti di lavoro in Italia. In sede di conversione del decreto, è opportuno introdurre la possibilità di disapplicazione della norma se la delocalizzazione del macchinario non avviene con finalità di sottrarre occupazione e capacità produttiva all’Italia, ma per specifiche esigenze aziendali e collegate alla commessa in questione e di giustificato motivo, quale, ad esempio, l’aggiudicazione di un appalto da realizzarsi all’estero”, concludono Fiorini e Carrara.
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