Un 2024 in crescita per le cooperative dell’Emilia-Romagna, ma c’è forte preoccupazione per il 2025

Daniele Montroni presidente Legacoop Emilia-Romagna – LER

Una chiusura di 2024 positiva, ma anche molta preoccupazione per l’andamento dell’economia nei prossimi mesi: è questa la fotografia a due facce scattata dall’Area studi di Legacoop sugli andamenti delle cooperative aderenti a Legacoop Emilia-Romagna.

Il 54% di loro, in base ai preconsuntivi, prevede di chiudere i bilanci del 2024 con un incremento del valore della produzione: tra queste, il 49% stima aumenti anche significativi, superiori al 5%. L’occupazione è in crescita nel 36% delle cooperative aderenti, mentre nel 51% dei casi è rimasta stabile.

A preoccupare, però, sono le prospettive per l’anno in corso: la quasi totalità delle cooperative associate ipotizza un peggioramento (43%) o al massimo una sostanziale stabilità (55%) dell’economia italiana. La maggioranza prevede, nei prossimi quattro o cinque mesi, una sostanziale stabilità sia nell’andamento della domanda di mercato che sul fronte dell’occupazione. Anche in questo contesto incerto, tuttavia, cresce il numero di imprese cooperative pronte ad aumentare gli investimenti: il 30% prevede di investire di più in questo 2025 rispetto al 2024.

I dati sono stati presentati nel corso della direzione di Legacoop Emilia-Romagna di mercoledì 26 febbraio, che vedeva al centro il tema del ruolo della cooperazione nelle politiche regionali. Alla mattinata sono intervenuti anche Vincenzo Colla, vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, e Simone Gamberini, presidente di Legacoop nazionale.

“Abbiamo condiviso le priorità indicate nel programma di mandato della nuova giunta regionale e anche le motivazioni alla base della pesante manovra di bilancio, che ha l’obiettivo di mantenere alta la qualità sociale e la competitività del territorio”, ha commentato Daniele Montroni, presidente di Legacoop Emilia-Romagna: “Ma nel contesto di incertezza in cui ci troviamo è necessario fare un salto di qualità per l’innovazione, per la sicurezza e l’infrastrutturazione del territorio, per il welfare, per l’emergenza casa e per la rigenerazione urbana. Per noi è determinante definire un nuovo rapporto tra pubblico e privato che metta al centro persone e territorio. Il Patto per il lavoro e il clima è il luogo in cui condividere proposte e traiettorie di sviluppo, ma quel patto va allargato e rilanciato”.

Nell’analisi del Centro studi di Legacoop sono indicati anche i principali problemi del settore: la difficoltà a trovare manodopera, segnalata dal 51% delle imprese cooperative, resta il fattore principale, anche se in diminuzione rispetto alle precedenti rilevazioni. In forte crescita anche le preoccupazioni per l’aumento dei costi energetici – segnalato dal 39% delle coop aderenti (dato in crescita di 21 punti percentuali) – e dei costi delle materie prime – segnalato dal 31% delle imprese intervistate (8 punti percentuali in più che in passato).

“Le difficoltà sono evidenti”, rileva Montroni, “ma la crescita degli investimenti segnala la volontà delle cooperative di restare protagoniste e affrontare le transizioni. Le grandi sfide che abbiamo davanti devono impegnare tutti, privati, enti locali e governo nazionale, a far crescere la competitività del territorio. Non sono più tollerabili i ritardi, a partire da quelli sul Passante di Bologna: i colli di bottiglia della mobilità nel nodo di Bologna costano 350 milioni di euro l’anno, una cifra insostenibile, che mina la competitività delle imprese, con ricadute sui redditi delle famiglie”.