È nato in Emilia-Romagna Acromer, il primo e unico osservatorio regionale spontaneo sull’acromegalia, realizzato con la collaborazione tra le endocrinologie emiliano-romagnole e Anipi Emilia-Romagna, sezione di Anipi (Associazione nazionale italiana patologie ipofisarie).
Nell’insieme l’analisi evidenzia uno scenario positivo, con una qualità dell’assistenza discreta. Qualche dato: sono circa 500 gli acromegalici in Emilia-Romagna, 50 anni l’età media, una lieve preferenza della malattia per le donne, ben note le comorbidità associate, che potrebbero essere prevenute con trattamenti corretti, un approccio terapeutico-assistenziale che segue le linee guida nazionali.
Ma qualche ombra persiste: il notevole ritardo della diagnosi, che arriva dopo molti anni dalla comparsa dei primi sintomi, le difficoltà che un paziente complesso come l’acromegalico incontra durante i lunghissimi anni di follow up e qualche inciampo burocratico che ostacola in parte un fluido accesso ai farmaci innovativi.
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che forza i reggiani! inarrestabili e inamovibili, brontolano per 5 anni e poi via testa bassa e pedalare! certo che il primo che dice qualcosa
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