È nato in Emilia-Romagna Acromer, il primo e unico osservatorio regionale spontaneo sull’acromegalia, realizzato con la collaborazione tra le endocrinologie emiliano-romagnole e Anipi Emilia-Romagna, sezione di Anipi (Associazione nazionale italiana patologie ipofisarie).
Nell’insieme l’analisi evidenzia uno scenario positivo, con una qualità dell’assistenza discreta. Qualche dato: sono circa 500 gli acromegalici in Emilia-Romagna, 50 anni l’età media, una lieve preferenza della malattia per le donne, ben note le comorbidità associate, che potrebbero essere prevenute con trattamenti corretti, un approccio terapeutico-assistenziale che segue le linee guida nazionali.
Ma qualche ombra persiste: il notevole ritardo della diagnosi, che arriva dopo molti anni dalla comparsa dei primi sintomi, le difficoltà che un paziente complesso come l’acromegalico incontra durante i lunghissimi anni di follow up e qualche inciampo burocratico che ostacola in parte un fluido accesso ai farmaci innovativi.
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Là Cgil pensi ai soldi spesi da Landini x la comunicazione e ai suoi dipendenti licenziati e poi può parlare
Spero non fosse Max Mara
Condivido la succinta ma chiara analisi del Signor Campani. Saltando di palo in frasca, credo di riconoscere in lui un mio esemplare alunno di prima media