Educare o schedare?

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Schedatura di massa?

Dal maggio scorso, nelle fantomatiche prove Invalsi che si svolgono a fine anno nelle scuole di tutta Italia, si sono aggiunte alle domande a risposta chiusa su italiano, matematica e inglese – a proposito, perché solo queste materie?? – quelle su autostima, fiducia, aspettative future di circa 2 milioni di studenti, considerandoli, di fatto, possibili predittori di comportamenti sociali o educativi da adulti. Tanti docenti italiani “somministrato” si sono lamentati della cosa e dell’ambiguità delle prove Invalsi.

Ora su Retescuole, uno dei tanti siti in difesa della scuola pubblica italiana, parte una denuncia documentata di quella che è definita una vera e propria “profilazione psicologica di massa degli alunni, a partire dalle scuole elementari, gestita in modo del tutto opaco da INVALSI”.

Così, secondo Retescuole, si è voluto “confezionare un enorme database di ipotetici profili di cittadini, lavoratori, studenti universitari”.

Sorgono delle domande.

Chi sarà il proprietario dei dati psicologici raccolti dall’INVALSI?

E quale uso potrebbero farne eventuali soggetti terzi che ne entrassero in possesso?

Non risulta alcun precedente scientifico, nazionale o internazionale di rilevazioni di massa di tipo psicometrico-motivazionale come questi. E la cosa preoccupa e pone inquietanti interrogativi.

Prima di tutto perché la somministrazione è avvenuta anche lo scorso maggio in assenza di adeguata e preventiva informazione e, soprattutto, con commistione di finalità, mentre sarebbe stato necessario – pre legge: la privacy – raccogliere consensi specifici e trasparenti. Ricordiamo che proprio il modello delle Big Five – lo stesso utilizzato dell’OCSE-INVALSI – è stato al centro del recente scandalo dell’azienda di consulenza Cambridge Analytica, società entrata in possesso dei profili psicologici di circa 50 milioni di utenti Facebook, utilizzati senza autorizzazione.

La Presidente dell’INVALSI Ajello ha dichiaratoche non si prevede per i prossimi mesi alcun “depotenziamento” delle attività dell’Istituto. Anzi, sono previste misure di nuove competenze: geografia e soft skills.

Il Ministro Bussetti, a inizio anno scolastico, ha affermato che “bisogna pensare ad altre forme di valutazione non solo degli apprendimenti, ma delle soft skills, come fanno molti paesi dell’OCSE”.

Molti paesi tra cui proprio l’Italia, a quanto pare.

In attesa di scoprire come saranno le prove Invalsi del maggio 2019 e se saranno legittime, vale la pena chiedersi se quelle dello scorso anno lo siano state. Se si sia tutelata la privacy dei minori.

L’ipotesi di Retescuole è allarmante: “È possibile che l’INVALSI abbia (già?) in cantiere i test di misura delle competenze socio-emozionali e che, in maniera indiretta e attraverso le nuove domande della primavera scorsa, abbia effettuato quella che potremmo definire una prima “schedatura esplorativa” di alcuni tratti della personalità di tutti i nostri studenti”.

A oggi, vale la pena ricordarlo, siamo nell’assurda situazione in cui non c’è alcun resoconto che spieghi come siano stati impiegati quei dati psicologico-comportamentali raccolti – a differenza degli esiti dei test di Italiano, Matematica e inglese , che sono stati documentati già nel luglio scorso.

Perché?

E’ possibile saperlo?

Secondo Retescuole siamo di fronte alla violazioni di principi generali, se non lesioni di diritti soggettivi.

Ricordiamo che di recente (Luglio 2017) l’Invalsi è stato condannato a pagare una sanzione pecuniaria da parte del Garante della privacy per aver reso pubblici dati personali anche idonei a rivelare lo stato di salute degli studenti che hanno svolto il test nel 2013. Chi stabilisce cosa è lecito domandare per ipotetiche finalità educativo-statistiche (nemmeno dichiarate) e cosa non lo è?

Può la scuola diventare per l’Invalsi un gigantesco laboratorio di studi psicologici a costo zero?

I genitori degli studenti non sono informati: chi li informerà?

Se sapessero quello che sta succedendo, lascerebbero fare?

Può la scuola diventare uno strumento per una profanazione di massa della psicologia di bambini e di adolescenti? Senza che i loro genitori ne siano informati dettagliatamente e dichiarino il loro assenso?

O forse siamo già in un film horror di fantascienza?