Tre rappresentanti reggiani nel nuovo consiglio nazionale del Partito socialista italiano

Mauro Del Bue congresso nazionale Psi 2022

Sono tre i rappresentanti reggiani eletti nel consiglio nazionale del Partito socialista italiano: l’ufficialità è arrivata al termine del congresso nazionale del partito, celebrato a Roma il 15, 16 e 17 luglio scorsi, durante il quale Enzo Maraio è stato riconfermato segretario nazionale. Del nuovo consiglio nazionale faranno parte la segretaria della federazione reggiana Daria De Luca, il direttore dell’Avanti! online Mauro Del Bue e il responsabile della comunicazione del Psi provinciale reggiano Alex Scardina.

“Sono stati giorni intensi e importanti di incontro, ascolto e confronto politico”, ha detto De Luca, ringraziando “i compagni della federazione del Psi di Reggio Emilia che rappresento e in particolare Alex Scardina, anche per il fondamentale lavoro di comunicazione che svolge per la federazione. Grazie a tutti i compagni del Psi dell’Emilia-Romagna, in particolare al nostro segretario Marco Strada, e grazie alla direzione nazionale del Psi e al nostro segretario Enzo Maraio, oggi riconfermato da una platea unita e proiettata nel futuro!”.


“Vorrei ringraziare il segretario dell’Emilia-Romagna Marco Strada e la segretaria di Reggio Daria De Luca per la fiducia”, ha commentato invece Scardina: “Si tratta di una spinta ulteriore a fare ancora di più e meglio, consapevole di marciare lungo un percorso ricco di storia ma con lo sguardo sempre rivolto al futuro. Grazie anche per le belle parole spese per me dal segretario nazionale Enzo Maraio e da Giada Fazzalari. Ora rimbocchiamoci le maniche perché sia per Reggio che per la nostra bellissima provincia c’è tanto da fare. Lavoro, salario minimo, diritti, equità, solidarietà ed ecosocialismo saranno infatti i temi che ci vedranno protagonisti”.

“Personalmente ho sempre amato la politica come espressione delle mie convinzioni, dunque anche come lotta, come polemica, anche aspra, fuori ma anche dentro il mio partito”, ha sottolineato infine Del Bue: “Da qualche anno la polemica interna sono costretto a farla con gli esterni, con i tanti che 30 anni fa erano nel Psi e da allora o da qualche anno dopo votano altri partiti o non vanno a votare”.

“Abbiamo appena concluso un congresso e già piovono scomuniche e crucifige. Fissiamo alcune verità. 1) Dopo Tangentopoli alle elezioni del 1994 il Psi ottenne il 2,1%. Craxi lasciò l’Italia rifugandosi ad Hammamet. Il partito era pieno di debiti e l’Avanti chiuso da un anno. 2) Nel novembre del 1994 nacque il Si, perché come si disse allora “il morto non si mangi il vivo”. Io non vi ho aderito, ma ho sempre tenuto rapporti amichevoli con questo partito. 3) Nel 1998 nacque lo Sdi, un tentativo di unire i socialisti di diverse tendenze: Boselli, Martelli, Intini, io stesso. Alle europee dell’anno dopo lo Sdi ottenne il 2,1%. 4) Nel 2000, dopo la morte di Craxi, con De Michelis, Martelli e Bobo Craxi nacque il Nuovo Psi, alleato con la Casa delle libertà, e alle europee del 2004 questo partito ottenne ancora il 2,1%. Questo vuol dire che dopo la distruzione di Tangentopoli e gli errori politici compiuti quella percentuale di residuo socialista del 1994 non poteva essere superata. Se non in alleanza con gli altri. Infatti il risultato della Rosa nel pugno, con il suo 2,7%, é stato il migliore”.

“Non capimmo – ha ricordato Del Bue – che non si poteva continuare a rincorrere la suggestione di rilanciare il Psi in un sistema non identitario, e che la strada doveva essere la prosecuzione della Rosa nel pugno allargata. E cademmo ancora nell’inganno identitario con la Costituente socialista che, nonostante una collocazione autonoma, come si raccomandavano i nostri, ottenne meno dell’1%. Ho tracciato questa storia perché ogni polemica sul presente non può ignorare il recente passato. Perché in fondo l’errore compiuto dopo il 1994 è stato solo uno: quello di credere di poter rifare il Psi più o meno imbellettato e non di creare con altri un nuovo soggetto che garantisse a noi l’esaltazione della nostra storia, l’assunzione dei valori del garantismo, una politica estera europeista e atlantista, la tolleranza verso tutti e la solidarietà verso chi ha bisogno, italiano o straniero che sia”.

“In fondo non c’é più nessun partito della prima Repubblica. O meglio, ci sono micro-partiti, comunisti, democristiani, repubblicani, che sommati insieme non raggiungono l’1%. Ora io trovo assurdo che ancora qualcuno ritenga che se il Psi è un micro-partito sia colpa di Benvenuto, di Del Turco, di Boselli, di Nencini e adesso di Maraio. L’impresa era impossibile, se non mantenendo una comunità ancora capace di eleggere amministratori, di tenere una rete organizzativa sul territorio, di mantenere giornali e riviste e una fondazione, ed eleggendo in alleanza con altri qualche parlamentare. Leggo che da più parti questo viene visto come accaparramento di poltrone. Io invece ritengo che sia una sorta di assicurazione di vita per la nostra comunità. Non è molto. Ma c’è qualcuno che in questi 30 anni ha saputo fare meglio? Auguri Vincenzo Maraio: sei un giovane entusiasta, è un bene per tutti”.