Giovedì 19 agosto un giovane alpinista di 25 anni di Parma, D.C., è precipitato e ha perso la vita sul Pizzo Coca, in Val Bondione, in provincia di Bergamo.
L’allarme è scattato intorno alle 19, dopo il mancato rientro del ragazzo: sono subito state allertate le squadre del Soccorso alpino VI Delegazione Orobica e dalla base di Caiolo (in provincia di Sondrio) è decollato l’elisoccorso dell’Areu (Agenzia regionale emergenza urgenza), che ha tentato un primo avvicinamento alla zona, impedito però dalla fitta nebbia presente in quel momento.
Circa mezz’ora dopo è arrivato sul posto anche l’elicottero di Brescia, che ha effettuato un sorvolo dell’area ma con esito negativo. Il mezzo, allora, ha portato in quota le squadre territoriali della stazione di Valbondione, una sulla cima del Pizzo Coca e l’altra in una piazzola più in basso.
Intorno alle 23 è stato udito il suono del telefono cellulare del ragazzo: a quel punto i tecnici si sono calati per diverse decine di metri lungo un canale molto impervio e hanno finalmente avvistato il corpo del giovane, che si trovava un’ottantina di metri più in basso. Le condizioni ambientali e meteo, tuttavia, hanno reso impossibile avvicinarsi fino al punto in cui si trovava la vittima.
Il corpo del 25enne parmigiano, quindi, è stato recuperato il giorno successivo dall’elisoccorso bergamasco di Areu – grazie anche al miglioramento delle condizioni meteorologiche – ed è stato portato in piazzola a Valbondione.
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Spero non fosse Max Mara
Condivido la succinta ma chiara analisi del Signor Campani. Saltando di palo in frasca, credo di riconoscere in lui un mio esemplare alunno di prima media
Condivido la succinta ma chiara analisi del Signor Campani. Saltando di palo in frasca, credo di riconoscere in lui un mio esemplare alunno di prima media