“C’è chi giustifica la violenza maschile”

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Scrive Nondasola di Reggio Emilia, che tutela i diritti delle donne, in merito alla vicenda del calciatore Manolo Portanova e dell’Associazione Vittime di Falsi Abusi che oggi ha detto di volerne dimostrare l’innocenza con prove che porterà all’attenzione dei tribunali.

“Cosa possiamo dire come Associazione Nondasola sul calcio? Non siamo certo esperte o giornaliste accreditate da un giornale sportivo. Tuttavia, la nostra attenzione è da sempre rivolta a ogni contesto sociale, perché la prevenzione della violenza maschile sulle donne è necessaria ovunque. Ormai dovrebbe essere presente a tutti/e che in Italia un uomo uccide una donna ogni 72 ore e che i dati del Centro Antiviolenza del nostro territorio non accennano a diminuire.

Negli ultimi giorni ci è toccato leggere una serie di notizie che hanno come comune denominatore la giustificazione della violenza maschile attraverso azioni, linguaggi, prese di posizione che strizzano l’occhio alla cultura dello stupro.

Pensiamo al rimpallo di responsabilità – ancora una volta e non è la prima – tra importanti organismi del mondo calcistico riguardo il calciatore Manolo Portanova, accusato in due ordini di giudizio di violenza sessuale di gruppo e condannato in primo grado a sei anni e mezzo di carcere. Prima o poi qualcuno si prenderà la responsabilità di pronunciarsi sul fatto che un condannato in primo grado per stupro di gruppo sia un modello per i giovani tifosi?

Che nelle tifoserie il sessismo – spesso a braccetto col razzismo agito anche domenica scorsa nei confronti del calciatore Mike Maignan – stenti ad essere sradicato risulta evidente da quanto stanno promuovendo alcuni tifosi della Reggiana calcio, i quali, pur di difendere Manolo Portanova, si sono rivolti a un’associazione che tutelerebbe i diritti degli accusati ingiustamente di abusi. Mentre in rete si sono moltiplicati i profili fake che – oltre a fare il nome della ragazza che lo ha denunciato – le rivolgono insulti a sfondo sessuale.

D’altronde se, nel corso di un Consiglio comunale a Terni, chiamato a discutere un atto sulla violenza di genere, il sindaco esordisce col dire che “un uomo normale guarda il culo di un’altra donna, e forse ci prova. Poi se ci riesce se la tromba anche”, vantando la certezza che gli uomini normali avrebbero capito, non possiamo che essere molto preoccupate. Definire “un pò sopra le righe” parole e gesti che perpetuano la violenza nei rapporti fra uomini e donne, vuol dire negarne la gravità e continuare a ledere i diritti e la libertà delle donne”.



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