“Pressioni” al sindaco, indagine su Bonaccini archiviata

Stefano Bonaccini con la mascherina grigia

Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Ferrara Danilo Russo ha disposto l’archiviazione per il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, che era indagato per abuso di ufficio e concussione nell’inchiesta riguardante le presunte pressioni denunciate dal sindaco di Jolanda di Savoia Paolo Pezzolato alla vigilia delle elezioni regionali del 2020.

Il primo cittadino del comune ferrarese aveva presentato un esposto ai carabinieri sostenendo che Bonaccini – all’epoca presidente uscente della Regione e candidato della coalizione di centrosinistra – avesse esercitato “pressioni improprie” per danneggiare indirettamente l’amministrazione comunale di Jolanda, che in quel momento si trovava in difficoltà nell’erogazione di alcuni servizi alla cittadinanza.

Per far fronte alle criticità, Pezzolato aveva chiesto ad alcuni comuni limitrofi la possibilità di utilizzare temporaneamente in modo condiviso alcuni dipendenti comunali, ma si era visto negare (o revocare, dopo un’iniziale disponibilità) dai sindaci di questi comuni l’accesso a questa opportunità, attribuendo la colpa dei dinieghi e dei dietrofront a una presunta azione di persuasione “dietro le quinte” messa in campo dallo stesso Bonaccini nei confronti dei primi cittadini.

Il movente di questo gesto, secondo il sindaco di Jolanda di Savoia, sarebbe stato da ricercare in una presunta “ripicca” di Bonaccini per una scelta politica di Elisa Trombin, ex sindaca del comune ferrarese e vicesindaca nella giunta Pezzolato, alla quale Bonaccini stesso aveva chiesto di entrare come candidata nella sua lista civica Bonaccini Presidente: la donna, invece, alla fine aveva deciso di candidarsi con il centrodestra e di sostenere la leghista Lucia Borgonzoni.

Pezzolato aveva allegato all’esposto anche la registrazione di una telefonata intercorsa con Bonaccini, nella quale quest’ultimo non avrebbe nascosto il proprio disappunto per la decisione di Elisa Trombin: “La cosa che dico solo – si sente nell’audio della conversazione – è che dal candidarsi con me al trovarsela di là… chiaro che dopo allora c’è un giudizio. Se per caso vinco io, come è probabile, dopo però non mi cercate più”.

Frasi che il sindaco jolandino aveva interpretato come pressioni improprie da parte di Bonaccini, associando a questa sorta di “avvertimento” pre-elettorale anche la successiva decisione dei sindaci confinanti di rispondere negativamente alle richieste del suo Comune. Ma tutto questo non sarebbe stato suffragato da prove, secondo la procura di Ferrara, che infatti aveva chiesto l’archiviazione per la posizione di Bonaccini, poi ufficializzata definitivamente dalla decisione del gip.

“È un grande sollievo”, ha commentato Bonaccini dopo l’archiviazione: “Sono sempre stato tranquillo per il mio operato e fiducioso in quello della magistratura, ma oggi viene meno un peso. Penso in primo luogo ai miei familiari: tra le tante cose che il mio incarico comporta, hanno dovuto sopportare anche questa. L’archiviazione decisa dal gip di Ferrara, che accoglie integralmente la richiesta della procura, fa cadere ogni accusa a mio carico, dimostratasi palesemente infondata, e chiude una vicenda nata due anni fa in piena campagna elettorale per le regionali”.

“La strumentalizzazione di chi è abituato a considerare gli avversari politici dei nemici per me era piuttosto chiara. Ma che la mia correttezza venga ora riaffermata anche dalla magistratura non può che farmi piacere. Avrò tanti difetti, ma sulla mia onestà e correttezza non transigo. Così come sul fatto che da presidente ho sempre agito e scelto per l’interesse generale, mai discriminando cittadini, organizzazioni o enti sulla base di appartenenze politiche o altro. Bene o male non spetta certo a me dirlo, ma su onestà e correttezza lezioni non ne prendo”.