Imprese, segnali positivi in ER: +0,7% in un anno

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A due anni dall’inizio della pandemia di nuovo coronavirus, la base imprenditoriale dell’Emilia-Romagna ha ripreso a crescere in termini tendenziali: ad attestarlo sono i dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio regionali, come emerge dall’analisi dell’ufficio studi di Unioncamere Emilia-Romagna.

Non si tratta solo di un “rimbalzo” dopo la frenata legata al lockdown del 2020 e alla fase acuta dell’emergenza Covid-19 (determinato probabilmente anche dalle misure governative di sostegno all’economia), ma di un trend che ha riportato il numero delle imprese attive ai livelli di inizio 2019.

Al termine del primo trimestre di quest’anno, infatti, le imprese attive erano 400.106, con un aumento di 2.846 unità (+0,7%) rispetto alla stessa data del 2021. Il dato sulla consistenza della base imprenditoriale regionale è risultato migliore rispetto a quello nazionale, che ha visto le imprese attive segnare un incremento più lieve (+0,2%) rispetto al primo trimestre del 2021.

La disaggregazione dei dati per settori di attività economica ha evidenziato gli effetti della pandemia, dei provvedimenti adottati a tutela delle imprese e della ripartenza. La base imprenditoriale dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca-acquacultura si è ridotta di 798 unità (-1,5%), una variazione determinata in particolare dal segmento agricolo (-840 unità, pari a -1,6%).

L’industria, invece, ha perso per strada 170 imprese (-0,4%). Nella sola manifattura il calo negli ultimi dodici mesi è stato di 182 unità (-0,4%). In quest’ambito è stato rilevante l’incremento nel segmento relativo alla riparazione e alla manutenzione di macchine (+92 unità, +2,5%), mentre è stato decisamente inferiore l’aumento (25 unità, +0,2%) per quanto riguarda la fabbricazione di prodotti in metallo (esclusi macchinari e apparecchiature). I contributi negativi sono giunti in particolare dall’industria della moda (70 imprese in meno, -1,1%) e dai settori delle confezioni (-40 unità, -0,9%) e tessile (-2,4%).

Altre riduzioni della base imprenditoriale – tra 26 e 29 unità in meno – si sono registrate in diversi altri settori, ma in alcuni hanno avuto un’incidenza maggiore, come nel caso della fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, di misurazione e di orologi (-3,1%), nella stampa e nella riproduzione di supporti registrati (-2,1%), nella fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche (-2,4%) e nell’industria della ceramica e vetro e dei materiali edili (-1,9%).

L’insieme del commercio all’ingrosso e al dettaglio e della riparazione di autoveicoli e motocicli ha accusato una lievissima flessione (239 unità in meno, -0,3%): a determinarla è stato in particolare il commercio all’ingrosso (-329 unità, pari a un calo dell’1%), mentre nel commercio al dettaglio è stato registrato un leggero aumento (102 unità in più, +0,2%); invariate, invece, le altre componenti.

Il settore delle costruzioni ha rafforzato la tendenza positiva con una crescita di ben 2.099 unità (+3,1%) grazie soprattutto ai benefici derivanti dagli incentivi governativi. A trainare il comparto sono state le imprese che effettuano lavori specializzati (1.538 unità in più, +3,2%) per ristrutturazioni e piccoli interventi, come quelle impegnate nelle edificazioni (+2,9%).

L’incremento del complesso dei servizi (+1.805 unità, per un aumento dello 0,8%) è dovuto in gran parte agli altri servizi diversi dal commercio (con 2.044 imprese in più, +1,4%); solo il settore del trasporto e magazzinaggio ha mostrato un segno rosso, seppur contenuto (185 unità in meno, -1,4%), determinato soprattutto dal trasporto terrestre (213 imprese in meno, pari a un calo del 2%).

Decisa, invece, l’accelerazione delle attività professionali, scientifiche e tecniche (518 unità in più, +3,1%) e dell’immobiliare (+426 unità, +1,6%). A seguire l’aggregato di noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese (+298 unità, pari a un incremento del 2,3%). In crescita anche i servizi di informazione e comunicazione (+217 imprese, +2,4%), legato a produzione di software e consulenza informatica (+131 unità, +3,5%), trend sostenuto dall’informatizzazione delle imprese regionali e dal ricorso allo smart working. Bene anche le attività finanziarie e assicurative (+226 unità, +2,4%), in ripartenza quelle artistiche, sportive, intrattenimento e divertimento (183 imprese in più, +3,1%).