Scure Covid-19 sul Pil dei paesi europei nel 2020

Eu Growth Map 2020

Martedì 7 luglio la Commissione europea ha presentato le previsioni economiche estive sul prodotto interno lordi dei paesi dell’Eurozona per l’anno in corso: se a maggio si ipotizzava una flessione del 7,7% del Pil europeo nel 2020 (con l’Italia però a -9,5%), e un successivo rimbalzo del 6,3% nel 2021 (+6,5% per l’Italia), le nuove previsioni hanno certificato l’entità dell’impatto della pandemia di Coronavirus sulla situazione economica del Vecchio continente.

La crisi economica, dunque, secondo la Commissione Ue sarà ancora più grave del previsto: le stime per l’Eurozona sono infatti state riviste al ribasso, con un calo medio dell’8,7%, ma tra i singoli paesi è proprio l’Italia che dovrebbe pagare il prezzo più alto, con un crollo del Pil a doppia cifra: – 11,2%. Male anche la Spagna (-10,9%) e la Francia (-10,6%), non a caso tra i paesi più colpiti dall’ondata di contagi. Il dato di Roma si conferma comunque il peggiore sia dell’Eurozona che dell’intera Unione (dove le previsioni stimano un -8,3%).

Per quanto riguarda la ripresa, invece, Bruxelles è cauta: “Nel 2021 il Pil italiano non tornerà ai livelli del 2019”, hanno spiegato i tecnici europei, prevedendo per il prossimo anno un rimbalzo del prodotto interno lordo del 6,1%.

La Commissione Ue ha sottolineato come la pandemia e le misure di contenimento abbiano provocato una “profonda contrazione” dell’economia italiana, con il blocco della produzione che avrà conseguenze sull’attività economica ancora più pesanti nel secondo trimestre del 2020 rispetto al primo scorcio dell’anno. Nel terzo trimestre, invece, in assenza di una seconda ondata di contagi l’attività economica italiana sembra destinata a una lenta ripresa, aiutata anche dalle politiche del governo.

La produzione industriale, secondo Bruxelles, riprenderà più rapidamente degli altri settori, mentre per il turismo e per tutte le attività associate servirà più tempo. La spesa dei consumatori dovrebbe riprendere vigore nella seconda metà dell’anno, con il sostegno della cassa integrazione e di altri bonus a ridurre l’impatto della crisi economica sui salari. Ciononostante, per l’Italia “le stime di crescita restano soggette a rischi al ribasso, e un crollo del mercato del lavoro protratto, una volta che le misure di emergenza siano terminate, potrebbe frenare l’attesa ripresa”.