Saman, Viminale: serve più integrazione

lamorgese

“In nessun modo le differenze culturali possono esimere da una piena adesione ai principi di fondo sui quali si basa la nostra società come l’uguaglianza di genere e il rispetto della dignità umana che permea di sè il quadro dei valori costituzionali”. Così il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese durante il question time alla Camera, rispondendo a un’interrogazione sul caso Saman.

“Il Governo è al lavoro – aggiunge – per interventi volti a migliorare la sicurezza delle donne e a condividere in seno al tavolo per le relazioni con l’islam italiano i necessari percorsi per una maggiore integrazione”.

Question time alla Camera. “In attesa che le indagini in corso definiscano in maniera inequivocabile cosa è successo alla giovane pakistana Saman Abbas, di appena 18 anni, scomparsa da più di un mese nelle campagne reggiane, abbiamo chiesto alla ministra Lamorgese quali provvedimenti urgenti intenda adottare per contrastare il fenomeno dei matrimoni forzati e i tragici avvenimenti, ossia femminicidi, che spesso ne conseguono a fronte del rifiuto di molte giovani donne. Purtroppo questo non è un caso isolato, sono circa un migliaio all’anno, infatti, i matrimoni combinati all’interno delle comunità straniere che risiedono nel nostro territorio, molti dei quali finiscono per essere veri e propri matrimoni forzati”.

Lo dichiara Antonella Incerti, capogruppo Pd in commissione Agricoltura, intervenuta mercoledì alla Camera nel corso del question time.

Nella replica affidata a Emanuele Fiano, della Presidenza del Gruppo Pd alla Camera, dopo aver ringraziato la ministra per il suo lavoro quotidiano, è stato evidenziato come “tutti noi siamo sgomenti per l’efferatezza di quello che abbiamo sentito raccontare, anche dal fratello di Saman Abbas. Condividiamo l’idea di un tavolo con le comunità islamiche, propedeutico a sviluppare con il governo percorsi di integrazione. E però crediamo che lì debbano essere messi dei punti fermi, e tale integrazione non può in alcun momento significare di tacere la prevalenza dei principi fondamentali della nostra Carta costituzionale, i quali in alcun modo potranno soggiacere ad altre pratiche o tradizioni familiari, religiose o etniche. Su questo punto dell’integrazione si gioca il futuro del nostro Paese, il futuro delle donne, il futuro dei diritti. In alcun modo il femminicidio, che derivi da queste pratiche o si riferisca a quello molto esteso che purtroppo accade in molte case italiane, può lasciarci inerti e indifferenti. Le chiediamo, dunque, di agire con fermezza e decisione”.