In Italia cresce la voglia – o almeno le aspettative – di riformismo. È quello che sembra suggerire la grande partecipazione all’incontro pubblico “La sfida riformista – Idee e prospettive per l’Italia che vuole cambiare”, promosso dall’associazione reggiana Crea LiberaMente, che nel pomeriggio di giovedì 13 novembre ha visto duecento persone affollare la Sala del Capitano del Popolo all’hotel Posta di Reggio.

A confronto c’erano due protagonisti di rilievo del panorama politico nazionale, espressione delle due storiche anime del riformismo italiano: Graziano Delrio, senatore del Partito Democratico, interprete della tradizione cattolico-democratica, e Claudio Martelli, professore universitario e scrittore, ex vicepresidente del Consiglio ed ex ministro della giustizia, figura di riferimento del riformismo laico e socialista.
Il dibattito, introdotto da Claudio Guidetti, socio fondatore e presidente onorario di Crea LiberaMente, e condotto da Nicola Fangareggi, giornalista e direttore di 24Emilia, ha visto i due ospiti d’eccezione d’accordo sul “no” alle ideologie, che indeboliscono anche l’opposizione all’attuale governo.

Un governo che, secondo Delrio, “non ha fatto nessuna riforma sociale, sanitaria, per le imprese, la crescita”, che “naviga stabile senza l’ambizione di cambiare nulla”, ma che comunque “vince davanti a una controproposta ideologica”. Che sarebbe quella dell’attuale centrosinistra, guidato dalla segretaria del Pd Elly Schlein, a cui lo stesso Martelli ha riservato una frecciata velenosa: “Una giovane che è diventata vicepresidente della vostra Regione e segretaria di un partito senza averne la tessera”.
In ogni caso, ha spiegato Delrio, “oggi esiste una sfida riformista perché esiste la necessità di un nuovo pensiero occidentale, soprattutto in Europa”, visto che quello degli Stati Uniti di Donald Trump “si allontana mille miglia da ciò che dalla fine della Seconda guerra mondiale a oggi ha garantito la nostra convivenza civile”.
Ma c’è ancora spazio per il riformismo nell’attuale scenario di “bipopulismo”, uno di destra e uno di sinistra? Sì, per Delrio: “I pilastri dell’ordine successivo alla Seconda guerra mondiale sono in crisi. L’Occidente di Trump è contro l’Unione Europea”, dove c’è “chi è fortemente europeista e pensa a una nuova unità, anche nel campo della difesa, e poi una componente nazionalista come quella della Meloni”. Due poli incompatibili tra loro: “Bisogna essere realisti e dare forma a nuove proposte: il riformismo è farlo calandosi nella complessità del reale”.
Un deciso sì anche per Martelli, che indica la strada da seguire: “Politiche climatiche, ridurre o evitare che si acuiscano le disuguaglianze, e soprattutto affrontare la questione tributaria e fiscale”. E sull’unica vera riforma di questa legislatura, quella della giustizia, Martelli, pur da sempre favorevole alla separazione delle carriere, non si fida e mette in guardia: “La riforma Nordio finge soltanto di risolvere i problemi di fondo, come per esempio il correntismo”.







Le persone, quelle definite “il popolo”, capiscono la concretezza meglio degli esperti del riformismo. Per fare solo un esempio del mondo cattolico, al quale il senatore Delrio si rivolge spesso. Si capisce bene che un Governo della sinistra attuale avrebbe votato per il matrimonio omosessuale, il gender, l’allargamento dell’aborto con la RU 486, la riduzione dell’obiezione di coscienza, l’utero in affitto (votato al parlamento europeo pochi giorni fa, ma respinto dal centro destra europeo). Dietro le parole si nascondono cedimenti alla sinistra che i riformisti accetteranno, ma i cattolici no.
Uhm…sala gremita di giovani…indubbiamente il tema era accattivante.
Il no alle ideologie è una semplice baggianata. Ci saranno sempre, e nemmeno si capisce cos’altro dovrebbe sostituirle, l’assenza di ideologie forse? L’ideologia è un insieme di valori e idee basata su aspettative politiche, religiose e di condotta morale che ha carattere pragmatico.
E’ da tempo un rituale liturgico proclamare la fine delle ideologie, “ Non ci sono più né destra né sinistra”, è un luogo comune infinitamente ripetuto dopo la caduta del muro di Berlino e che vorrebbe superare le feroci opposizioni del secolo passato e c’è stato persino chi ipotizzava la fine della storia con la fine delle contrapposizioni, semplicemente ridicolo.
La Storia si è invece rimessa in moto dopo l’11 settembre e che riassume tutte le aspettative, religiose, politiche, economiche e morali in un solo concetto: una teocrazia esportata al mondo intero.
Il riformismo dunque; solo che il riformismo ripropone, volenti o nolenti, un’ideologia e siamo daccapo. Nessuna idea migliore potevano portare se non quella delle necessità delle riforme?
Nel frattempo navighiamo a vista, scansando drogati in mezzo alle strade, rapinatori nelle stazioni, maranza delinquenti che ci insultano pretendendo di sfruttarci, nel mentre buttiamo soldi dei cittadini nelle stanze per drogarsi e nelle pipette gratis .
Cominciamo col riformismo sì, la materia non manca, a patto di avere un cervello funzionante e che proponga il benessere sociale.