Regione Emilia-Romagna, Anci e Upi in dialogo con il ministero per superare le classi numerose

scuola classe 5A con mascherine

Giovedì 16 giugno nella sede della Regione Emilia-Romagna a Bologna si è tenuto un incontro convocato con l’obiettivo di rilanciare il dialogo con il Ministero dell’istruzione per trovare una soluzione alla questione della numerosità delle classi scolastiche, problema riscontrato in molte scuole emiliano-romagnole.

L’incontro ha coinvolto anche le rappresentanze regionali dell’Associazione nazionale dei Comuni italiani (Anci) e dell’Unione delle Province italiane (Upi), alle quali la Regione ha assicurato disponibilità di ascolto e l’impegno a lavorare insieme. Per la Regione erano presenti il sottosegretario alla presidenza della giunta Davide Baruffi e l’assessora alla scuola Paola Salomoni, per l’Upi (tra gli altri) il presidente regionale e per l’Anci la delegata alla scuola.

Nel corso dell’incontro è stata condivisa la necessità di affrontare con il ministero e con le altre Regioni alcune strategie di intervento che consentano un aumento dell’organico regionale, avvicinando così il rapporto studenti/insegnanti dell’Emilia-Romagna alla media delle altre regioni italiane.

Oggi in Emilia-Romagna è presente un docente ogni 11,6 studenti e studentesse, contro una media nazionale di 10,8. Nonostante questo rapporto collochi l’Emilia-Romagna in coda alle altre regioni italiane, i presenti hanno sottolineato come la scuola emiliano-romagnola – grazie al lavoro di tutte le istituzioni coinvolte, a partire dalle autonomie scolastiche e dagli uffici scolastici di ambito territoriale e regionale del ministero – sia “di grande qualità, in grado di contrastare la dispersione di supportare lo sviluppo coeso del territorio regionale”.

La Regione e gli enti territoriali si sono detti pronti a un “dialogo costruttivo” con il ministero e con le altre Regioni per la ricerca di una “soluzione sostenibile” a un problema che da diversi anni penalizza la scuola dell’Emilia-Romagna. L’impegno, quindi, è quello di intensificare il dialogo aperto con il ministero e con le altre Regioni per arrivare a strategie condivise di riequilibrio che possano mitigare e far superare l’attuale fase di difficoltà.