Reggio. Kohler vende la Lombardini motori a un fondo americano, sindacati già sul piede di guerra

Lombardini Motori

Nuovo cambio di proprietà per la storica ex Lombardini motori di Reggio Emilia. Dagli Stati Uniti  la Kohler Co. – leader mondiale nella produzione di motori e gruppi elettrogeni che, attraverso la divisione Global Power Group, aveva acquistato nel 2007 l’azienda reggiana dal gruppo statunitense Holding Mark IV Industries (dal 1999 subentrati alla gestione familiare) – ha infatti annunciato la cessione del pacchetto di controllo al fondo statunitense Platinum Equity. Secondo Bloomberg, la vendita porterà tre miliardi di dollari nelle casse dell’azienda della famiglia Kohler, che resterà in Lombardini con una quota di minoranza. Platinum Equity ha 28 anni di esperienza nell’acquisizione e nella gestione di multinazionali e, solo negli ultimi anni, ha acquisito, tra le altre, Ball Corporation, Caterpillar, Emerson Electric, Ingersoll Rand e Johnson & Johnson. «Oggi abbiamo intrapreso una mossa audace e strategica per il futuro della nostra azienda», ha dichiarato David Kohler, presidente e amministratore delegato di Kohler Co, che garantisce che continuerà ad essere personalmente coinvolto in questa nuova divisione che si sta costituendo.

La preoccupazione dei sindacati

Il nuovo amministratore delegato di Kohler Energy Brian Melka è atteso per martedì 14 novembre a Reggio per incontrare i dipendenti dello stabilimento reggiano. Nel frattempo, i sindacati non nascondono la loro preoccupazione. “In questo momento è impossibile non essere preoccupati per il cambio di proprietà, giacché storicamente i fondi finanziari investono per massimizzare i profitti a breve e non si caricano rischi di impresa sul lungo periodo – hanno dichiarato oggi le rsu Kohler insieme a Fim Fiom Uglm reggiane – Produrre motori a diesel e benzina in una fase di transizione energetica, con una nuova proprietà che potrebbe puntare più su logiche finanziarie che industriali, non può infatti che indurre preoccupazione nelle rappresentanze sindacali e nei lavoratori”.

“Il mondo dei motori endotermici, dell’energia e dei trasporti sta vivendo e vivrà nei prossimi anni una rivoluzione. Le aziende hanno bisogno di investimenti importanti che innovino i prodotti e guardino al lungo periodo. L’ingresso di un fondo finanziario nella proprietà della Lombardini potrebbe non andare in questa direzione. Inoltre, l’investimento in un nuovo plant produttivo in India potrebbe produrre una competizione tra stabilimenti dannosa per i lavoratori di Reggio”, affermano in una nota Simone Vecchi (Fiom Cgil), Mario Olivito (Fim Cisl) e Angela Labate (Uglm).

“Per questo nelle prossime settimane le Rsu, Fiom, Fim e Uglm, in attesa di un eventuale riassetto anche del management, chiederemo un incontro per avere garanzie occupazionali per il futuro della Lombardini di Reggio Emilia, quali e quanti investimenti sono previsti per il futuro  a garanzia della stabilità occupazionale” concludono Vechi Olivito e Labate.

Una storia lunga 90 anni

La Lombardini ha quasi un secolo di storia: fu nel 1922 che due imprenditori di Novellara, Pietro Slanzi e Adelmo Lombardini, decisero di produrre motori per uso agricolo e industriale. Dopo anni di impegno comune, Slanzi rimase a Novellara e Lombardini si trasferì a Reggio Emilia dove nel 1933 fondò una propria azienda insieme ai fratelli Alberto e Raniero, appunto la Lombardini Fabbrica Motori, che dagli anni Sessanta smise di costruire trattori per dedicarsi esclusivamente alla produzione di piccoli motori diesel, a gas e benzina.  Dal 1963  la sua sede sorge nello storico stabilimento di Pieve Modolena.



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