Nella notte tra martedì 8 e mercoledì 9 luglio alcuni militanti del gruppo di estrema destra Reggio Emilia Tricolore hanno affisso uno striscione tra le colonne d’ingresso del palazzo municipale di Reggio con lo slogan “Vecchi errori, nuovi danni: chi paga è sempre la città”.
Il riferimento è alla vicenda della Procura della Corte dei conti regionale dell’Emilia-Romagna che di recente, al termine di un’istruttoria su alcuni appalti del Comune di Reggio risalenti ad alcuni anni fa, ritenendo di aver individuato un danno erariale di 625.000 euro, ne ha chiesto il risarcimento integrale a undici persone, tra politici e funzionari comunali: tra queste spicca senza dubbio l’ex sindaco di Reggio Luca Vecchi, ma risultano coinvolti anche l’allora vicesindaco Matteo Sassi, gli ex assessori comunali Serena Foracchia, Natalia Maramotti e Alex Pratissoli, l’ex capo del servizio legale del Comune Santo Gnoni, l’ex dirigente Roberto Montagnani, la responsabile del servizio finanziario del Comune Monica Prandi e gli allora revisori dei conti Stefano Ferri, Giovanni Piccinini e Barbara Guidi.
“Con questa denuncia simbolica ma concreta intendiamo sottolineare una realtà ormai insostenibile: da anni assistiamo a gestioni opache, decisioni discutibili e forzature giuridiche che finiscono, prima o poi, per ricadere sui cittadini reggiani. […] Se queste accuse saranno confermate, non si tratterà solo di una responsabilità contabile: sarà la prova di un sistema amministrativo disinvolto, che antepone logiche politiche alla tutela dell’interesse pubblico”, ha spiegato il gruppo di estrema destra rivendicando l’azione notturna.
Immediata la replica dell’ex sindaco Vecchi: “Dovrebbero almeno trovare il coraggio di metterci la faccia. A quel punto potremmo discutere apertamente della storia della città dal 25 aprile 1945 in poi… Invece si nascondono nella notte e agiscono come le squadracce del ventennio… Peccato che in alto a sinistra c’è una telecamera che funziona H24 e che li ha sicuramente ripresi…”.
“Con la solita, insopportabile, retorica neofascista appendono striscioni di notte, con slogan privi di senso”, ha commentato l’attuale sindaco di Reggio Marco Massari: “Non entro nel merito degli attacchi deliranti a ex amministratori pubblici, d’altra parte ho già espresso il mio parere con tempi e modi consoni, ma mi limito a osservare come questi tentativi di condizionare la vita democratica della nostra città si nutrano del ‘coraggio’ di chi non ci mette mai la faccia. Resto infastidito dall’uso strumentale del tricolore da parte di chi ha nostalgia della pagina più amara della nostra storia, da chi quel tricolore l’ha calpestato in più di un’occasione. A pochi giorni dalla commemorazione dei nostri martiri del 7 luglio, un’offesa alla nostra bandiera, alla nostra storia e alle istituzioni democratiche della città, dunque, di cui avremmo fatto volentieri a meno ma da cui certo non ci faremo intimorire”.
Tra i primi a commentare l’accaduto anche il segretario provinciale del Partito Democratico di Reggio Massimo Gazza: “Altro blitz notturno di un gruppo di estrema destra. La democrazia è quello straordinario strumento che consente ai discendenti del ventennio di preoccuparsi per i danni che avrebbe subito la città di Reggio Emilia, quella città che pagò molto le azioni dei bisnonni di questi ragazzi: torture, fucilazioni, povertà, sofferenze, bombardamenti e morti, molti morti. Fossi in loro sarei più cauto e rispettoso della storia di questa città”.
Lo stesso gruppo Reggio Emilia Tricolore, nella notte tra il 4 e il 5 luglio scorsi, aveva appeso uno striscione con lo slogan “Né santi, né martiri. Verità e giustizia per Bibbiano” davanti alla chiesa della parrocchia del Sacro Cuore a Baragalla.







Una gara d’ignoranza: vinceranno i nostalgici del grande condottiero di Predappio che spezzò le reni alla Grecia o Pisolo e soci che non hanno argomenti diversi dalla Resistenza? Ai posteri l’ardua sentenza…