La Polizia di Stato di Reggio Emilia ha arrestato una coppia di nigeriani e un loro complice, accusati di reclutare connazionali, anche minorenni, che facevano giungere dalla Nigeria illegalmente, via mare, per sfruttarli ed avviarli alla prostituzione.
La Squadra Mobile della questura di Reggio Emilia, coordinata dalla Procura di Bologna, – Procuratore della Repubblica Giuseppe Amato e dal sostituto Roberto Ceroni, partendo dalle indagini sulla prostituzione nella zona della stazione, ha ricostruito, nel dettaglio, l’attività criminale internazionale dei soggetti arrestati: Augustine Osazuwa, Eunice Agbonze, Festus Esezobor, i quali avevano già fatto entrare, in Italia, illegalmente, due donne, di cui una minore, che mantenevano soggiogate tramite riti voodoo per poi avviarle alla prostituzione in strada.
Le indagini hanno consentito di individuare il network criminale che opera all’estero e le rotte in cui i tre, in modo spietato (da qui il nome dell’operazione) indirizzavano le persone reclutate, incuranti dei rischi cui questi andavano incontro intraprendendo il viaggio.
Di particolare drammaticità alcune intercettazioni, in cui si parla con disinvoltura di "cadaveri nel deserto": "Il giorno che siete partiti, nessuna macchina è riuscita ad attraversare? (riferito al confine con la Libia ndr), alcuni sono riusciti ad arrivare in Libia, ma poi li hanno rimandati indietro. Il nostro autista era ubriaco ed avevamo tutti paura! … lui era ubriaco, poi ci siamo fermati e lui è uscito dalla macchina ed è andato più avanti a fare le foto ai cadaveri per strada".
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