Reggio, scarcerato il 29enne nigeriano arrestato per l’aggressione sessuale nel parco di via Patti

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Il giudice del tribunale di Reggio ha scarcerato il ragazzo nigeriano di 29 anni arrestato lo scorso weekend – con l’accusa di tentata violenza sessuale e lesioni personali aggravate – per l’aggressione sessuale denunciata da una ragazza di 24 anni, che sostiene di essere stata violentata nella notte tra venerdì 9 e sabato 10 maggio nel parco Adelina Patti, l’area verde tra l’ex Polveriera e il nido d’infanzia comunale Arcobaleno, in zona Mirabello, a Reggio.

Secondo la ricostruzione della giovane, lo sconosciuto l’avrebbe avvicinata in piena notte proponendole una prestazione sessuale a pagamento; di fronte al suo rifiuto, l’avrebbe aggredita afferrandola per il collo e costringendola a sottostare a un atto sessuale forzato, prima di allontanarsi facendo perdere le sue tracce.

In tribunale, però, è emersa una ricostruzione alternativa di quanto accaduto, quella fornita dallo stesso ventinovenne, che è stata ritenuta credibile dal giudice, che ha disposto la scarcerazione immediata senza prevedere alcuna misura cautelare nei suoi confronti.

Secondo la versione dell’accusato, i due si sarebbero incontrati nella zona della stazione ferroviaria storica, dove si sarebbero accordati per appartarsi nel parco di via Patti per dividersi una dose di crack e consumare un rapporto sessuale (consensuale). Una volta arrivati al parco, secondo il racconto del ventinovenne, la ragazza avrebbe spezzato la dose di crack – tenendosene una metà – e insieme avrebbero consumato l’altra metà, prima di avere un rapporto sessuale.

Più tardi, però, il nigeriano avrebbe chiesto alla ragazza un secondo rapporto sessuale: al rifiuto della giovane, il ventinovenne avrebbe preteso la restituzione della seconda metà della dose di crack, causa scatenante della lite e delle urla sentite dai residenti, che allarmati hanno chiamato le forze dell’ordine.

A gettare qualche dubbio sulla versione della ragazza, che subito dopo i fatti era stata accompagnata in ospedale per essere visitata da un’équipe del Santa Maria Nuova specializzata in abusi sessuali, ci sono anche le incongruenze riscontrate tra quello che la ventiquattrenne ha raccontato e quanto emerso invece dal referto del pronto soccorso reggiano.



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  1. kursk

    proposta:
    ma se a tutti questi giovani nuovi italiani, tutta salute e crack, cominciassimo a fargli scavare, dei buchi per terra (altresi’ chiamate miniere) in cerca di minerali , gas naturali o terre rare…vuoi mai che smettano di drogarsi e fare dei danni ?


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