Riorganizzazione dell’emergenza-urgenza, dalla Ctss di Reggio via libera alla riforma della Regione

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La Conferenza territoriale sociale e sanitaria (Ctss), presieduta dal presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giorgio Zanni, ha espresso parere favorevole alla proposta di applicazione provinciale del piano di riordino regionale dell’emergenza-urgenza a cui la Regione Emilia-Romagna sta lavorando per continuare a garantire elevati livelli di assistenza nell’attuale contesto di forte criticità, a livello nazionale, provocato dalla carenza di personale. Il parere è stato approvato all’unanimità dall’Assemblea plenaria della Ctss, con la sola astensione dei sindaci di Bagnolo in Piano e Casalgrande.

“Attraverso la Ctss e l’impegno di tutti i sindaci che la compongono, penso che il nostro territorio abbia svolto al meglio il proprio lavoro di costruzione di un parere positivo alla riforma della Regione in merito ad un sistema sempre più efficiente dell’emergenza-urgenza: una riorganizzazione importante, che condividiamo nei principi e che riteniamo indispensabile per continuare a salvaguardare l’efficienza e la qualità del nostro sistema sanitario pubblico – – commenta il presidente della Ctss e della Provincia di Reggio Emilia, Giorgio Zanni – Attraverso il tanto lavoro svolto in queste settimane con un confronto e un dialogo veri, di concerto con l’Azienda Usl, insieme a i sindaci, i sindacati, Croce rossa e Anpas, pensiamo di aver ben adattato le idee di riforma messe in campo dalla Regione alle esigenze e necessità di tutto il territorio provinciale, anche dando risposte puntuali ad alcune legittime preoccupazioni emerse talvolta in alcuni ambiti e riportate da amministratori e cittadini. Abbiamo consegnato alla Regione un lavoro importante per delineare la migliore attuazione possibile della riforma, garantendo al nostro territorio la possibilità di dare risposte più efficienti ai nostri concittadini rispetto a quello che accade oggi, dopo gli strascichi lasciati dalla pandemia su tutto il sistema sanitario italiano e soprattutto a causa della drammatica carenza di personale medico e infermieristico frutto di programmazioni nazionali oggettivamente inadeguate e a cui, ancora una volta, chiediamo venga data immediata risposta. Per questo, accanto all’impegno di innovazione messo in campo dalla Regione, e oggi anche da tutti noi sindaci del territorio provinciale, per definire la migliore soluzione, deve ora urgentemente unirsi una risposta veloce e decisa del Governo e della politica nazionale, da cui attendiamo da tempo risposte certe e risorse finanziarie adeguate per salvare il nostro sistema sanitario pubblico universale. Servizio irrinunciabile per i nostri concittadini e diritto scolpito nell’articolo 32 della nostra Costituzione”.

L’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, ha dichiarato: “Sono molto soddisfatto per l’approvazione di questa riorganizzazione provinciale dell’emergenza-urgenza, in linea con quanto stiamo discutendo in Regione, che ha come principale obbiettivo quello di garantire ai cittadini la migliore presa in carico sul territorio con particolare riferimento alle prestazioni di bassa complessità. La Ctss di Reggio Emilia ha dimostrato apertura al cambiamento in un’ottica di miglioramento e grande assunzione di responsabilità per il raggiungimento degli obiettivi”.

“Sono molto soddisfatta dell’approvazione, da parte della Ctss, del sistema dell’emergenza-urgenza, frutto di un serrato e produttivo confronto che ci permetterà di garantire un’assistenza di qualità e un migliore utilizzo dei professionisti che operano in questi ambiti, dalla guardia medica al Pronto Soccorso”, ha aggiunto Cristina Marchesi, direttore generale dell’Azienda Usl-Ircss di Reggio Emilia

Gli obiettivi

La proposta di applicazione provinciale del piano di riordino regionale dell’emergenza-urgenza approvata oggi punta a qualificare il servizio, aumentare il livello di sicurezza degli operatori, ottimizzare l’utilizzo delle risorse mediche e a supportare la funzione d’emergenza territoriale, razionalizzando gli accesi impropri al pronto soccorso, dove i codici meno gravi – che non necessitano di questa assistenza – allungano i tempi di attesa per chi invece ha bisogno di tali cure (nel 2022 in tutta la regione, su 1 milione e 747.269 accessi in Ps, ben due terzi erano relativi a codici bianchi o verdi – dunque non a emergenze – e solo in 1 caso su 20 hanno comportato il ricovero).

Tre le principali azioni: la riforma della Guardia medica, l’istituzione dei Centri di assistenza per le urgenze (CAU) e la riorganizzazione dell’emergenza extra-ospedaliera

Riforma della Guardia medica

La riforma della Guardia medica prevede l’istituzione di una centrale operativa gestita da medici di Continuità assistenziale, 11 sedi per visite ambulatoriali, di cui tre nei Pronto Soccorso aperti 12 ore al giorno e 6-8 unità per le visite domiciliari. In pratica i medici che gestiranno la centrale operativa, rispondendo alle telefonate dei cittadini, indirizzeranno il paziente alla sede ambulatoriale più idonea o invieranno colleghi per una visita domiciliare. Le sedi ambulatoriali saranno attrezzate con diversa strumentazione diagnostica, tra cui ecografo, radiografia nelle sedi ospedaliere, alcuni esami del sangue.

CAU – Centri assistenza urgenze

La riqualificazione della continuità assistenziale – insieme a nuove strutture come i Cau (Centri di assistenza per le urgenze) – rappresenta uno dei cardini della riforma che la Regione adotterà nelle prossime settimane.

Da realizzare diffusamente sul territorio – almeno uno per distretto – i Cau saranno istituiti preferibilmente presso le Case della comunità, ma anche presso locali idonei messi a disposizione da Aziende sanitarie o Comuni, oppure ottenuti dalla riconversione di Pronto soccorso e punti di primo intervento o da forme aggregative strutturate, organizzate e idonee, di medicina generale. Il primo ad essere attivato sarà il CAU di Reggio Emilia e successivamente, gli altri CAU distrettuali con riguardo al numero degli abitanti e alla estensione del territorio. Nei CAU, trattando codici bianchi e verdi, opereranno medici reclutati con il contratto della continuità assistenziale adeguatamente formati.

Rete di emergenza extra-ospedaliera

Previste 6 autoinfermieristiche (1 per distretto sanitario), 4 automediche con ricarica a Reggio, Castelnovo Monti, Scandiano e Novellara e – sperimentalmente per 6 mesi – altre 2 ambulanze con infermiere a bordo da Reggio Emilia e Val d’Enza.

Le sedi ambulatoriali di continuità assistenziale (ex guardie mediche) saranno 11, i mezzi di soccorso di base 27 e alle 33 piazzole dell’elisoccorso se ne aggiungeranno altre 5: Lama Mite, Valestra, Busana, Miscoso e Carpineti. A questi obiettivi si aggiunge il percorso di efficientamento delle Croci, in un’ottica di sostenibilità del sistema.