Con un post definito un comunicato stampa la band che si ispira alle Brigate rosse e che si fa chiamare sinistramente P38, protagonista del concerto del primo maggio al circolo Arci il Tunnel di Reggio Emilia, tra bandiere dei terroristi e canzoni sugli omicidi degli Anni di Piombo, in particolare l’assassinio di Aldo Moro, dice tra l’altro:
“Carissime, carissimi
A quanto pare il giorno è giunto: il variopinto mondo del giornalismo italiano si è finalmente accorto di noi. Benvenuti; siete in ritardo, ma vi aspettavamo.
Negli ultimi giorni hanno iniziato a girare numerosi articoli su di noi, articoli di penne indignate, sconvolte, scioccate. Non ci sembrava cortese né corretto non far valere il nostro diritto di replica, quindi eccoci qua. (…)
E in particolare sui riferimenti dei testi delle canzoni all’omicidio di Aldo Moro: “Altri poi si sono soffermati sull’oltraggio che porterebbe ripescare il caso Moro, l’immaginario della Renault 4, gli anni di piombo e così via. Su questo ci concediamo di essere netti, consapevoli che non incontreremo il favore di molti di voi. Ci dite: non si toccano i morti, e su un solo fatto avete ragione: Aldo Moro è stato un morto, come lo sono i morti di overdose nelle periferie abbandonate dallo stato, come lo sono i morti sul lavoro nelle fabbriche che ignorano le norme di sicurezza, come lo sono i morti di una pandemia gestita disastrosamente dalle istituzioni.
Non vogliamo alludere solo ad una (abissale) differenza numerica (…)”.
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