Reggio. Nondasola: l’anno scorso accolte 363 donne. Non arrendiamoci alla violenza

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Le vicende di questi giorni riportano alla luce della cronaca la ferocia del maschile sui corpi delle donne. C’è un fratello che pensa di avere l’esclusivo potere sul corpo e sulla vita della sorella e non esita a ucciderla per confermare il suo possesso. Ci sono due ragazzine inglesi in vacanza nei dintorni di Matera, una sera a una festa tranquilla, accompagnate da una sorella adulta di una di loro, che vengono drogate e abusate da un gruppo di ventenni, e a Milano una trentenne viene aggredita e stuprata mentre rientra a casa.

Noi che teniamo aperto da più di venti anni il Centro Antiviolenza Casa delle Donne, e lo scorso anno abbiamo accolto 363 donne, sappiamo quanto la violenza che si abbatte sulle donne prenda di mira il corpo, anche quando si tratta di violenza psicologica. Il corpo delle donne è ancora, nonostante la tanto sbandierata parità, il paradigma di una battaglia che vede il maschile in una posizione di malcelato maschilismo, anzi per molte situazioni di un accanimento che vuole il corpo oggetto delle mire predatorie degli uomini.

Ogni volta è per noi come la prima volta, ci sentiamo colpite direttamente e vorremmo che fosse l’ultima, e ci vogliamo credere in forza dell’operato messo in campo dall’Associazione Nondasola nella prevenzione rivolta a ragazze e ragazzi e nella sensibilizzazione su questa problematica centrale nella nostra quotidianità fatta di uomini e donne.

E soprattutto ci crediamo se guardiamo alla resistenza delle donne che si rivolgono a noi, alla resistenza di tutte le donne nel mondo che lottano per difendersi dai soprusi perpetrati contro di loro e per rivendicare una propria soggettività. Non è sufficiente , le radici della violenza maschile si insinuano pervicacemente in ogni espressione, gesto, immagine e abbiamo bisogno degli uomini che vorremo unissero all’indignazione per il singolo episodio il bisogno di mettersi in discussione a partire da sé. E qualche buon inizio lo stiamo vedendo, maschi che si interrogano sulla violenza maschile, senza distinzione tra buoni e cattivi, perché è questione di responsabilità collettiva e di attenzione alle relazioni tra i sessi, arco che tiene insieme corpo , parola, mondo degli uomini e delle donne. Relazioni che vogliamo costruite a partire dalla libertà dei corpi maschili e femminili, che sono entrambi e per loro costituzione vulnerabili, e che hanno bisogno di uno sguardo umano e non di paura come può succedere alle donne, a tutte le donne perchè sentono, sempre e ancora, sulla loro pelle il controllo maschile.