Reggio: export record 2023, ora frena

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Le esportazioni reggiane hanno fatto segnare un nuovo record nel 2023; in valore, infatti, si sono portate al di sopra dei 14 miliardi di euro.

Un risultato rilevante che, però, viene commentato senza tutto l’entusiasmo con il quale, solitamente, si commentano i primati.

“La soddisfazione è indubbia – sottolinea il presidente della Camera di Commercio dell’Emilia, Stefano Landi -, perché è ulteriormente aumentato il valore di quei flussi verso l’estero che rappresentano i due terzi del Pil reggiano. Il rallentamento cui abbiamo assistito nell’ultimo trimestre, però, non è da sottovalutare; nei primi nove mesi dell’anno, infatti, la crescita era attestata a +2,2%, mentre a fine anno l’incremento si è attestato all’1%, coinvolgendo anche i flussi verso l’estero in un rallentamento generale della crescita della nostra economia”.

“Le previsioni per il 2024 – prosegue Landi – sono migliori, e parlano di un +2,3%; per parte nostra abbiamo definito un programma di sostegno alle esportazioni molto rilevante, ma ci auguriamo, e prima di tutto per ragioni umanitarie, che si giunga rapidamente a ripristinare condizioni di pace e di stemperamento di conflitti e tensioni internazionali che hanno certamente pesato anche sulle nostre esportazioni”.

Al di là dei bilanci complessivi, che parlano di una crescita dell’1% delle esportazioni reggiane nel 2023, le analisi dell’Ufficio studi della Camera di Commercio dell’Emilia su dati Istat evidenziano dinamiche assai diversificate tra i diversi comparti produttivi.

La domanda estera di manifatturiero reggiano, che rappresenta la pressochè totalità dell’export della nostra provincia, nel 2023 ha riguardato soprattutto il comparto dei macchinari, che è giunto ad un valore di 5,4 miliardi di Euro, con un incremento del 6,3% sul 2022.

In decisa crescita (+10,6%) anche il tessile-abbigliamento, con un export arrivato a 2,5 miliardi di euro.

Cifre in calo, invece, per altri settori importanti: quello siderurgico, che è valso 1,4 miliardi di esportazioni, è sceso del 16,4% rispetto al 2022, accompagnato da una analoga flessione (-14,6%) dagli articoli in gomma e materie plastiche, che si è fermato ad un valore delle esportazioni pari a 1,3 miliardi di euro.

In flessione, tra i comparti più rilevanti, anche quello dei prodotti alimentari e bevande, che ha registrato un calo del 3,4%, attestandosi ad un valore di 730 milioni.

Ad attestare l’influenza dei conflitti internazionali sull’export reggiano, giungono i dati relativi ai flussi sui vari continenti, con l’Europa saldamente in crescita (9,8 miliardi e incremento del 2,4%, valore più che doppio rispetto all’incremento complessivo) e, al contrario, in calo più o meno lieve gli altri continenti: Asia con -3,8% e 1,3 miliardi di valore, America con -0,5% e un valore di 2,2 miliardi e, seppure molto distaccate nei valori, Africa (-4,8%, con 394 milioni) e Oceania (-1% e 256 milioni).

In ambito Unione Europea, la spinta più vigorosa alla crescita dell’export reggiano è venuta dalla Francia, verso la quale il valore dei flussi si è portato a 1,676 miliardi, con un aumento del 4,9%; l’incidenza; in lieve aumento anche la Germania (+0,3%), che con un valore di 1,853 miliardi incide per il 13,2% sulle esportazioni reggiane (la Francia, seconda, è al 12%).

Buone notizie, nonostante il lieve calo complessivo del continente americano, sono giunte anche da oltreoceano; gli Stati Uniti, infatti, hanno segnato un incremento del 3,8%, portando a 1,574 il valore delle esportazioni reggiane.

In evidente contrazione, invece, gli scambi con la Cina: il valore delle esportazioni, infatti, è sceso del 13,4%, associato ad una rilevante flessione anche delle importazioni, che da 1,1 miliardi sono scese a 899 milioni.



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