Reggio. Il sindaco in visita agli studenti

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Il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi ha visitato stamani la primaria Marco Polo, in occasione del primo giorno di scuola.

Questa scuola, insieme con la secondaria di primo grado Galileo Galilei, ha visto realizzato uno dei tre progetti sperimentali di ‘Nuovi paesaggi di apprendimento’,

affidati dal Comune a Officina Educativa e alla Fondazione Reggio Children-Centro internazionale Malaguzzi, in collaborazione con l’architetto Francesco Bombardi,

per trasformare ‘spazi di passaggio’ o sottoutilizzati in contesti educativi di qualità. Erano presente fra gli altri l’assessora all’Educazione Raffaella Curioni, personale di Officina Educativa e Fondazione, rappresentanti della scuola. Fondazione Reggio Children ha messo a disposizione di due esperti, gli architetti Valentina Conte e Oliver Forghieri, l’esperienza di dialogo tra architettura e pedagogia, maturata in particolare con il progetto “Fare Scuola”, insieme a Enel Cuore Onlus.

L’allestimento degli spazi ha richiesto la produzione ad hoc di nuovi prototipi d’arredo, finiture e strumentazioni in corso di ultimazione.

I tre progetti, inquadrati nell’ambito di “Scuola diffusa”, riguardano spazi scolastici esistenti, sufficientemente ampi per permettere di rispettare le regole previste, in cui sosta e movimento riorganizzano il ritmo dell’apprendimento dei gruppi classe.

Partendo dalle linee guida ministeriali e del Cts, la progettazione dei nuovi allestimenti degli ambienti da parte del gruppo di lavoro è nata nel dialogo con le scuole, il personale docente e Ata, tenendo in considerazione i bisogni e le informazioni raccolte durante gli incontri e i sopralluoghi.

Sono stati quindi ripensati: l’atrio della scuola secondaria di primo grado Galileo Galilei di via Cassala come agorà modulabile e, alla scuola primaria Marco Polo in via Medaglie d’Oro della Resistenza, l’aula verde a gradoni con postazioni nomadi e lo spazio verde esterno nel parco Noce Nero come una “scuola sotto l’albero” con esperienze all’aperto.

Grazie ad arredi componibili, capaci di configurare lo spazio con diversi “paesaggi di apprendimento”, gli ambienti si presteranno in modo flessibile ad un apprendimento per gruppi e non frontale, offrendo modi diversi di stare, di relazionarsi, di imparare.

La progettazione di questi ambienti parte dall’idea di scuola come “grande laboratorio” in cui ogni singolo spazio o ambiente è interlocutore attivo ed educativo nella didattica quotidiana. Le soluzioni progettuali non nascono in modo provvisorio, in base al solo obbligo del distanziamento sociale, ma vogliono offrirsi come strumenti in grado di potenziare le possibilità di acquisire e scambiare conoscenze in modi diversi.

La “sicurezza” diventa quindi un’opportunità per ricercare soluzioni qualificanti che possano continuare ad accompagnare e supportare la scuola alla sperimentazione di nuove modalità di didattica e apprendimento.

Mantenendo il distanziamento, ma in ambienti belli e confortevoli, interattivi, il contesto permette di salvaguardare elementi fondamentali dell’educazione: l’inclusione, l’integrazione, il benessere psico-fisico, le relazioni, la cooperazione. Nello stesso tempo è il contesto stesso ad offrire supporti di apprendimento, come il contatto con la natura nel caso dell’albero o l’apprendimento digitale grazie all’allestimento degli arredi.

Una volta inaugurati gli spazi saranno poi i bambini, i ragazzi, gli insegnanti al centro della ricerca in un percorso di costante innovazione e di verifica con il gruppo di lavoro sulle soluzioni proposte, in un processo di necessario perfezionamento.