Reggio, il “caso Giunta” finisce in Parlamento

arcispedale Reggio Emilia Santa Maria Nuova

Venerdì 27 gennaio il deputato reggiano di Fratelli d’Italia Gianluca Vinci ha presentato un’interrogazione a risposta scritta al ministro della salute Orazio Schillaci sul cosiddetto “caso Giunta”, quello scoppiato a Reggio in seguito al mancato conferimento al dottor Alessandro Giunta dell’incarico di direttore della struttura operativa complessa “Chirurgia a indirizzo oncologico” dell’azienda Usl-Irccs di Reggio, che ha sede presso l’arcispedale cittadino Santa Maria Nuova.

Il bando di selezione, pubblicato nella seconda metà del 2022, prevedeva che l’analisi dei candidati fosse affidata a una specifica commissione, che a metà dello scorso mese di gennaio ha assegnato il ruolo di primario al professionista campano Massimiliano Fabozzi, risultato vincitore del concorso.

Una decisione che, come ha ricordato lo stesso Vinci nell’interrogazione, “ha provocato forti clamori presso la comunità reggiana e malumori presso l’Usl emiliana, sfociati in diversi articoli di stampa e prese di posizione dei sanitari a favore del direttore uscente”. Giunta, infatti, da due anni era già facente funzioni come direttore della struttura operativa complessa reggiana, e nell’ambiente ospedaliero era attesa una sua “riconferma”, che di fatto sarebbe potuta essere sancita ufficialmente dal concorso.

Il diverso esito del bando, invece, ha spiazzato un po’ tutti: nel mirino sono finiti in particolare i criteri stabiliti dalla commissione esaminatrice, che su 100 punti totali ha deciso di assegnare ai candidati fino a 30 punti per il curriculum e fino a 70 punti per il colloquio individuale, “rendendo con ciò – secondo il deputato di Fratelli d’Italia – assai discrezionale tale modalità di selezione”.

Per Vinci “la discrezionalità lasciata da 70 punti su 100 attribuiti al colloquio rende il concorso difficilmente verificabile e/o contestabile anche in sede di giustizia amministrativa: questa circostanza, unita al clamore della notizia, ha dato adito a voci gravemente lesive dell’immagine e della reputazione dell’intera amministrazione sanitaria e regionale, prestando il fianco a chi vuole ricondurre l’esito del concorso a logiche interne di partito anziché a una scelta meritocratica”.


Per questo motivo il parlamentare reggiano ha chiesto al ministro Schillaci “se […] per evitare eccessiva discrezionalità ed eliminare dannosi sospetti di utilizzi strumentali dei criteri di selezione per il conferimento degli incarichi di direzione non intenda adottare provvedimenti volti a limitare fortemente il punteggio da attribuire ai colloqui, valorizzando i titoli e i curricula, e a rinviare i concorsi fissati in concomitanza di campagne elettorali e congressi nazionali di partiti politici”.