Nel mese di luglio, dieci artisti reggiani di street art propongono altrettante opere da scoprire, a piedi o in bicicletta, in un percorso urbano che circonda il centro storico lungo i viali della circonvallazione di Reggio Emilia. Dopo la fotografia, l’arte di strada diventa protagonista dello spazio pubblico per generare nuovi immaginari e suggerire futuri possibili.
Le strade e le piazze di Reggio Emilia ricominciano a vivere, rivendicando il ruolo di condivisione e socialità che avevano momentaneamente perso durante l’emergenza sanitaria. Rivivono partendo dalla cultura, a cui l’Amministrazione comunale assegna un ruolo centrale fra le priorità su cui costruire il futuro della città nei prossimi mesi.
Viene presentato stamattina il nuovo progetto espositivo open air “Spazio libero / Atto secondo. Street Art per riabitare la città”, a cura di Officina Educativa – partecipazione giovanile e benessere in collaborazione con Neon aps e SD Factory.
Dopo la fotografia, con la mostra Spazio Libero, immagini per riabitare la città, diventa così protagonista dello spazio pubblico l’arte di strada che si appropria, anch’essa, degli spazi destinati alle affissioni pubblicitarie e regala, per mano di dieci artisti reggiani, altrettante opere da scoprire, a piedi o in bicicletta, in un percorso urbano che circonda il centro storico. Un invito a riflettere sul momento particolare e sulle trasformazioni che stiamo vivendo a partire dall’arte visiva e, in particolare, dalla street art che, per definizione, registra e accompagna i cambiamenti che attraversano le città.
Il Comune di Reggio Emilia, in collaborazione con Neon aps e SD Factory, realtà locale attiva nell’ambito della rigenerazione del paesaggio e dell’innovazione sociale, ha chiesto a dieci artisti di pittare dieci pannelli a ridosso del centro storico, lungo i viali e il percorso ciclabile di circonvallazione a Reggio Emilia, per raccontare non solo – e non tanto – dei mesi passati, ma aprire a nuove visioni per riabitare la città. Ossia abitarla in modo nuovo, costruendo suggestioni visive per un futuro da costruire assieme. Queste immagini – come quelle fotografiche che le hanno precedute – vogliono uscire dagli schermi che abbiamo principalmente abitato in questi ultimi mesi e invitare a ripensare gli spazi della polis nuovamente abitabili e ‘in relazione’. Per descrivere non una “fase due”, ma una “fase nuova”. Una sfida a stare nel presente, riconoscendo la portata delle problematiche contemporanee ma offrendo, contemporaneamente, soluzioni creative e costruttive.
HANNO DETTO – “Dopo Spazio Libero/atto primo che ha dato visibilità e valore a undici fotografi a livello nazionale – ha detto l’assessora a Educazione, Conoscenza e Creatività giovanile Raffaella Curioni – questo secondo atto mi rende ancora più orgogliosa perché dà risalto ad artisti tutti reggiani e assegna un ruolo da protagonista alla street art, un linguaggio creativo nel quale l’Amministrazione comunale crede molto e investe risorse. La street art, infatti, non è solo uno strumento per abbellire la città ma anche, e soprattutto, per raccontarla. Non offre solo graffiti ma la storia di Reggio Emilia, dei suoi luoghi e delle persone, ed è un modo straordinario per riqualificarla. Per questo, fin dal nostro primo mandato abbiamo creato il Tavolo della Street art, grazie al quale sono stati realizzati numerosi progetti e murales importanti”.
“Inoltre – ha aggiunto l’assessora Curioni – abbiamo recuperato spazi e contenitori per i giovani e, in particolare, per i creativi, creando numerose occasioni per farli conoscere. Ne è un esempio la costituzione di Sd Factory, nata circa un anno fa dalla riqualificazione, realizzata dal Comune, di un luogo a cui sono stati ridati dignità, accoglienza e nuovi significati, con i giovani e per i giovani, analogamente allo Spazio Viacassoliuno. Le attività e i laboratori che vi si svolgono sono pensati per creare opportunità professionali per chi ha talento e di crescita culturale per l’intero territorio. Così Reggio Emilia è diventata la città dei giovani e degli artisti”.
Con l’assessore Curioni erano presenti alla conferenza stampa anche due dei dieci artisti dell’esposizione open air, Hang e Misterdada, insieme a Diletta Pignedoli dell’associazione Neon aps, fra i curatori dell’iniziativa “Spazio Libero/Atto secondo”, che ha citato il libro di Donna j. Haraway, “Chthulucene. Sopravvivere su un pianeta infetto” (ed. Produzioni Nero), quale fonte di ispirazione per il progetto.
“L’autrice – ha detto Pignedoli – invita a riflettere su un nuovo tipo di alleanza da instaurare fra individui umani ed esseri viventi vegetali e animali, dopo che l’uomo ha irrimediabilmente alterato gli equilibri del pianeta terra, smettendo di essere al centro del mondo. Nel pieno della crisi ecologica, ci chiede Haraway, che relazioni è possibile recuperare non solo tra umani ma tra tutte le specie che abitano la terra? La scrittrice ci ricorda che tutto è interconnesso, tutto è contaminato, tutto ci riguarda. Perciò dobbiamo diventare responso-abili ovvero capaci di porci delle domande e costruire relazioni costruttive con gli altri abitanti del pianeta”.
Un progetto giovane e green
Il percorso espositivo di Spazio libero/Atto due. Street art per riabitare la città è completamente percorribile a piedi o in bicicletta, come un grande abbraccio della creatività di strada al centro storico, di per sé simbolo dell’intera della città.
“Crediamo che questa crisi possa indicarci nuove strade in molte direzioni – dicono i curatori del progetto – A cominciare dal ripensare il nostro stare-al-mondo, la responsabilità reciproca nel legame comune, il nostro rapporto con la natura. Ma anche reinven tare le dinamiche tradizionali delle relazioni tra arte e pubblico, rinnovando il dialogo con lo spazio urbano e rimettendo le produzioni artistiche al centro, in una città che ha una lunga e ricca tradizione in questo senso”.
L’arte si riappropria, dunque, dello spazio pubblico mentre la cultura riprende la sua dimensione sociale per generare nuovi immaginari e sciogliere visioni interiori. E la street art su tutti questi piani ha molto da dire, soprattutto, da mostrare.
Gli artisti, il percorso e i progetti
Se il primo atto di Spazio Libero ha dato visibilità ai protagonisti della fotografia nazionale under 35, il secondo step mette in luce un altro linguaggio artistico: la street art. La nuova urban gallery, lungo la pista ciclopedonale che circonda il centro storico, coinvolge 10 artisti della scena creativa reggiana con l’obiettivo di sostenere i giovani creativi del nostro territorio impegnati in questa forma d’arte, garantendo visibilità e merito al loro lavoro che, in alcuni casi, ha già avuto un riconoscimento a livello nazionale. Gli artisti realizzeranno le loro opere nel weekend, a partire da stamattina fino a domenica 5 luglio e tutto sarà documentato da Lorenzo Paglia, giovane videomaker reggiano uscito dai laboratori di Sd Factory, lo spazio dedicato alla creatività giovanile del Comune di Reggio Emilia, gestito dalla cooperativa Papa Giovanni XXIII in via Brigata Reggio 29.
Su viale Timavo, tra piazza Diaz e piazzale Fiume, si potranno ammirare le opere di Tackle Zero e di Zak, tra piazzale Fiume e via Guasco saranno visibili i progetti di Hu-Be e di NeKo e da via Guasco alla via Emilia dipingeranno Signora K e Rhiot. Le visioni di Misterdada e di Maik campeggeranno su viale Piave, nel tratto tra via Roma e via Dante Alighieri, su viale dei Mille esporranno i loro lavori Hang e Bibbito.
Fra questi artisti, diversi hanno già collaborato a progetti con l’Amministrazione comunale, fra cui la facciata della Biblioteca di San Pellegrino, una parete esterna della palestra del Liceo classico Ariosto e un murale in via Eritrea in zona stazione, alcune pareti interne di Sd Factory e altre opere in città.
Qualche anticipazione
Il progetto dell’artista Misterdada, su viale Piave, introduce al tema dell’infezione come chiave di volta, elemento di snodo che può essere visto da più prospettive, non solo negative. Come a dire ‘dalla sofferenza nasce il coraggio’. Hang, in viale dei Mille, stimola l’osservatore a ripensare la relazione con la natura, suggerendo modalità più armoniche. Neko, in viale Timavo, rappresenta in una stessa opera due dimensioni: quella di una natura in pericolo che rischia, come un poster, di essere strappata via per lasciare spazio ad un’altra dimensione, quella di un futuro fatto di grigi… Nella stessa zona, Hu-Be sceglie la metafora delle isole per invitare lo spettatore a riflettere sull’idea dell’unione: ciò che appare come separato è, in realtà, collegato e interconnesso. Maik si spinge oltre e in viale Piave invita il cittadino ad interagire con l’opera per instaurare un rapporto con la città.
Un QR code per conoscere le opere e i loro autori
Su ogni opera di street art un QR code indirizzerà il visitatore al profilo Spreaker di SD Factory dove sono raccolti brevi contenuti audio, in cui ogni artista presenta e commenta la propria opera, indicando un brano musicale o letterario, una favola o una poesia che possano accompagnare la visione.
Per saperne di più:
https://portalegiovani.comune.re.it/
Ultimi commenti
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si certo, infatti adesso cella diventerà meta turistica di alto livello....
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