Dopo giorni di polemiche, è stata annullata all’ultimo momento la messa di mercoledì 25 giugno nella chiesa della parrocchia reggiana del Sacro Cuore a Baragalla “per il processo di Bibbiano che si sta concludendo nel primo grado”, come recitava l’insolita motivazione che accompagnava l’annuncio della celebrazione eucaristica nel bollettino settimanale dell’unità pastorale Laudato si’.
Il riferimento a Bibbiano era evidentemente al processo relativo all’inchiesta “Angeli e Demoni”, nata per far luce sulle presunte anomalie negli affidamenti di minori nel sistema dei servizi sociali della Val d’Enza reggiana. La sentenza della Corte d’assise di Reggio per le 14 persone imputate è attesa per il 9 o il 10 luglio.
È stato proprio il responsabile dell’unità pastorale don Davide Poletti a metterci la faccia, presentandosi sul sagrato della chiesa per annunciare di persona la decisione ai fedeli che si erano radunati per la messa: “Dopo una misurata valutazione assieme al vescovo, la prevista celebrazione non avrà luogo”, ha chiarito il sacerdote, spiegando anche che la celebrazione liturgica “per Bibbiano” è da ritenersi annullata – e che dunque, con ogni probabilità, non sarà ricalendarizzata in un’altra data, per non rinfocolare le polemiche.
Subito dopo, lo stesso don Poletti ha letto ai presenti un messaggio di ulteriore chiarimento sulla vicenda – dopo quello già diffuso alla vigilia dalla diocesi di Reggio Emilia-Guastalla – inviato direttamente dal vescovo Giacomo Morandi: “Il senso più vero della prevista celebrazione eucaristica era quello di pregare, perché la preghiera non esclude nessuno. Desideriamo pregare per tutti: le famiglie coinvolte, i bambini, coloro che hanno subìto torti e abusi, gli imputati, come del resto dovrebbe essere sempre in ogni provvedimento giudiziario”.
Soddisfatto Marco Eboli, ex consigliere comunale reggiano di centrodestra, e più recentemente ex coordinatore comunale di Fratelli d’Italia a Reggio, che nei giorni scorsi aveva sollevato il caso: “Intendo ringraziare pubblicamente il nostro vescovo Giacomo Morandi per l’attenzione che ha voluto riservare al mio appello. Lo ringrazio da credente e da cittadino per aver prima corretto e modificato il senso della messa, indicando una preghiera per i prossimi e lontani processi, non per quello di Bibbiano, e successivamente aver convinto don Davide Poletti a non celebrarla”.







Un evento quantomeno curioso: un cristiano credente praticante che si sente soddisfatto per aver fatto annullare una messa. E’ la riprova che ai nostri tempi, come sosteneva il Cardinale Padre Cantalamessa, per i credenti impegnati in politica prima viene la fede politica, poi, in secondo piano, quella religiosa. E’ bene che la politica non entri nelle chiese, ma sarebbe auspicabile che non entrasse neppure nelle aule dei tribunali.